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Aspetta i gemelli di un'altra: adesso indaga il ministero

RomaUna donna porta in grembo due gemelli figli di un'altra coppia. E lo ha scoperto soltanto dopo tre mesi di gravidanza. Un errore clamoroso, gravissimo, inammissibile che, se definitivamente confermato, inciderebbe in modo drammatico sulla vita futura di tutte le famiglie coinvolte. Lo scambio di provette (come denunciato dal quotidiano La Stampa) sarebbe avvenuto il 4 dicembre scorso presso l'ospedale Sandro Pertini di Roma. Quel giorno nell'Unità di Fisiopatologia per la riproduzione e la sterilità quattro coppie si sottopongono alle procedure per la fecondazione assistita e per tre di queste il trattamento va a buon fine. Una delle coppie, in attesa di due gemelli, decide di eseguire un test genetico presso un'altra struttura di Roma, il Sant'Anna. Dall'esame emerge il buono stato di salute dei bimbi ma anche l'incompatibilità genetica con la gestante. Insomma non sono figli suoi.
La coppia comunica l'errore alla Direzione generale della Asl Roma B il 27 marzo scorso, presentando anche un esposto cautelativo. La Asl si attiva per le verifiche del caso e decide di sospendere immediatamente l'attività del centro di riproduzione assistita del Pertini. Poi il direttore della Asl, Vitaliano de Salazar, d'intesa con il governatore Nicola Zingaretti, istituisce una commissione d'inchiesta composta da esperti del settore per verificare se effettivamente l'errore ci sia stato o no.
A capo di questa commissione il genetista, Giuseppe Novelli. «È ancora tutto da provare - afferma Novelli -. Dobbiamo acquisire tutta la documentazione, analizzare con serietà tutto il percorso e verificare il rispetto delle procedure. Ma ci vorranno altre analisi successive per le quali serviranno alcune settimane. Lavoreremo con trasparenza». In sostanza il genetista si augura che l'errore sia avvenuto non al Pertini con lo scambio degli embrioni ma al Sant'Anna con uno scambio di referti e che dunque quella donna porti in grembo figli suoi. In ogni caso il direttore Salazar mette le mani avanti e fa sapere che anche se lo scambio fosse confermato si tratterebbe di «un caso isolato» e pure Zingaretti conferma l'intenzione «di andare fino in fondo, colpendo senza indugio qualsiasi errore venisse confermato». Ma le domande in sospeso sono tante. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, annuncia ispezioni e verifiche ma come mai è venuta a conoscenza della vicenda soltanto adesso leggendo i giornali? Come mai Zingaretti, che ha deciso di chiudere il centro di riproduzione assistita due settimane fa, non ha sentito la necessità di avvisare il ministero di un fatto tanto grave? E proprio Zingaretti viene messo sotto accusa dai radicali e «Cittadinanzattiva». «Il Lazio risulta essere l'unica regione d'Italia dove i centri di riproduzione assistita, nonostante le richieste degli stessi responsabili, non sono mai stati autorizzati a dieci anni dall'approvazione della legge 40», denuncia Filomena Gallo segretaria dell'Associazione Luca Coscioni.

Circostanza negata da Zingaretti.

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