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Augusto Minzolini e Peter Gomez ospiti de "Gli incontri del Principe" con Stefano Zurlo

Riprende la rassegna culturale versiliana dell'estate al Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio: ospiti di Stefano Zurlo, politici e giornalisti si confrontano sull'attualità italiana

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Riprendono "Gli incontri del principe" al Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio, il ciclo di appuntamenti condotti dal giornalista Stefano Zurlo, che fino ad agosto ospiterà sul palco i nomi più caldi della politica, della cultura e del giornalismo italiano, per discutere e disquisire della situazione del nostro Paese. Si parte oggi, venerdì 14 luglio, con Augusto Minzolini e Peter Gomez.

Per oltre un mese, Zurlo dialogherà sui temi più attuali della politica, dell'economia e della cultura, con i protagonisti del Paese, ognuno dei quali fornirà il suo personale punto di vista e spunti di riflessione da mettere sul tavolo per intavolare dibattiti e confronti costruttivi e d'alto spessore. Il primo tema affrontato nella discussione è stata la riforma della Giustizia, che secondo Gomez non è centrata sugli obiettivi di cui il Paese necessita. Per il direttore de Ilfattoquotidiano.it il punto sarebbe l'accorciamrnto della durata dei processi, che in Italia al momento non rende "la giustizia giusta" in nessun caso. Augusto Minzolini, in replica, ha difeso l'abolizione dell'abuso d'ufficio, che a fronte di migliaia di processi in corso porta alla condanna nell'1% dei casi, intasando i tribunali.

I due direttori hanno successivamente disquisito sul sistema giudiziario italiano, che avrebbe meccanismi eccessivamente complessi e poco funzionali, che allungano i tempi di un processo a discapito sia della persona in giudizio che dell'accusante. Minzolini e Gomez hanno confrontato il sistema italiano con quello americano e inglese, rilevando come le lungaggini italiane non abbiano eguali in un Paese civile.

Successivamente, i tre hanno ricordato Silvio Berlusconi, ovviamente con un registro differente, ognuno per la sua esperieza. "Non sono d'accordo sia divisivo. Per come la penso io, se c'è stato un punto di equilibrio che ha permesso a questo Paese di andare avanti in situazioni difficili lo dobbiamo a Berlusconi", ha detto il direttore de il Giornale, ripercorrendo le vicende del Cavaliere fin dalla sua discesa in campo nel 1994, quando ha fermato la salita al potere della sinistra di Achille Ochetto. Diversa l'interpretazione di Peter Gomez: "Credo non sia stato un bene pr questo Paese. Credo sia stato un uomo straordinarie, nessuno a 32 anni avrebbe creato Milano2, solo uno stupido negherebbe il personaggio. Ma penso abbia sdoganato una serie di cose che non funzionavano e non funzionano". Sul futuro del partito, Gomez dice: "Nel tempo Forza Italia perderà parte dei suoi parlamentari che tenteranno di trasferirsi altrove. A Renzi piacerebbe ma non so se piacerebbe agli elettori". Minzolini, invece, spiega: "Non so se il partito resta ma c'è una posizione di centro che resta. Se la Meloni riuscirà a occupare quello spazio avremo un partito conservatore".

Il bilancio sul governo Meloni vede i direttori divergere ancora. "Meloni sta godendo di una buona congiuntura economica. Ma i dati dicono che la produzione industriale sta andando malissimo, la Germania si è fermata ed è estremamente probabile che dal prossimo settembre/ottobre cabi in maniera totale. Io penso che sia l'economia che decide chi perde e chi vince", ha detto Peter Gomez in un bilancio. Minzolini ha concordato con Gomez sulla congiuntura economica "ma tra la proposta del centrodestra e del centrosinistra c'è un abisso. Schlein dà l'idea di una marziana arrivata sulla Terra e fa la fortuna della Meloni. La sinistra in questo momento ha un problema europeo, ha una crisi strutturale di proposta che si ritrova anche in altri Paesi".

Sul futuro del Movimento 5 stelle, Gomez è apparso ottimista e davanti alla domanda di Stefano Zurlo, ha ostentato sicurezza: "C'è la debolezza del Pd e c'è una prateria. Ai poveri Conte piace". Diverso è il punto di vista di Augusto Minzolini, secondo il quale "Pd e 5s sono condannati a stare insieme.

Alle europee andranno divisi e poi si metteranno insieme".

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