Interni

Il bando inchioda Gualtieri. Affidò l'appalto del trasporto pubblico al re degli stipendi non pagati

Il sindaco di Roma fa dietrofront ed è costretto a revocare il bando all'impresa vincitrice (Trotta Bus) nonostante le evidenti illegittimità fin dall'inizio. Maxi appalto da 980mila euro per il trasporto pubblico periferico della Capitale

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri

Ma è mai possibile che chi ha seri problemi con il fisco e con la regolarità nel pagamento degli stipendi ai propri dipendenti vinca le gare? Ce lo eravamo chiesti qualche mese fa riguardo al maxi appalto per il trasporto pubblico locale di Roma Capitale, affidato dal sindaco Gualtieri a Trotta Bus Service, e la risposta era sì.

Un bando da ben 980 mila euro, che la Capitale si porta dietro da anni, tra infinti rinvii e problematiche che, magicamente, si erano risolte con l’arrivo del primo cittadino dem e l’aggiudicazione del lotto 2 Ovest per le linee periferiche della Capitale nel settembre 2022. Ad oggi Gualtieri però fa dietrofront, revocando l’appalto: "Esclusa (Trotta Bus Service ndr) per mancanza di requisiti in merito alla trasparenza". Così si legge sulla determinazione dirigenziale del Comune di Roma. Quella trasparenza che già al momento dell’affidamento era apparsa nebulosa e che avevamo documentato.

La giunta dem afferma oggi, infatti, che le motivazioni concrete per l’esclusione della società riguardano i debiti erariali e la mancanza di pagamento degli stipendi ai lavoratori della Trotta Bus. Circostanze che erano già note da tempo e che erano presenti nel curriculum dell’azienda in tutta Italia.

Fin dall’arrivo di Gualtieri le dinamiche erano apparse quantomeno dubbie. Il sindaco dem - insediatosi a Roma il 21 ottobre 2021 - si era trovato con il bando sospeso a causa di 4 ricorsi che evidenziavano diverse illegittimità. Ricorsi accolti dal Tar, che sospese ufficialmente la gara fino a quando, un mese esatto dopo l’arrivo del nuovo sindaco Pd, le aziende decisero di ritirare tutti i ricorsi. In questo modo l’aggiudicazione proseguì spedita e vide vincitore Trotta Bus. A fare la sua parte fu anche la Centrale Unica Appalti, che chiese una verifica in quanto, ancora una volta, erano emerse criticità sui concorrenti tra cui proprio Trotta Bus. A superare l’impasse fu il verbale del dirigente Alberto Di Lorenzo, che affermò che "dall’esame della documentazione amministrativa è emersa tutta una serie di elementi potenzialmente riconducibili alla fattispecie dell’art.80, comma 5, lettera m del codice degli appalti, che tuttavia non sono in questa fase di ammissione considerati motivi ostativi alla partecipazione ai due lotti". In realtà la legge a cui faceva riferimento il dirigente non riguardava l’aggiudicazione alla gara bensì la partecipazione ad essa, vietandola agli operatori colpevoli di illeciti professionali, tali da rendere dubbia la sua integrità o affidabilità a coloro che hanno dimostrato carenze nell’esecuzione di un precedente appalto e coloro che non hanno rispettato gli obblighi relativi al pagamento delle imposte o tasse o dei contributi previdenziali.

Le condizioni, in pratica, per cui oggi - da ultimo e per forza e dopo il ricorso di "Bus Italia" arrivata seconda- la giunta capitolina revoca l’appalto a Trotta Bus Service ma che erano già note da tempo.Tra le tante controversie legate alla società di Mauro e Livio Trotta sono da segnalare la manomissione di documenti avvenuta in Trentino, dove la Trotta Bus Service gestiva il servizio Skibus e che ha portato Mauro Trotta a processo, poi assolto perché il fatto non sussiste. Stessa dinamica a Potenza dove la Procura sequestrò un magazzino della società a causa di documentazione mancante. Inoltre i protagonisti avevano sottoscritto una polizza fideiussoria con un istituto bancario presente nella black list della Banca d’Italia, la "Gbm Finanziaria S.p.A.", nel frattempo fallita e che portò all’intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

La mancata retribuzione degli stipendi sarebbe una costante per i re degli appalti italiani sui bus. La situazione più infuocata vedeva e vede tutt'ora protagonista Fiumicino, dove - come raccontava il sindaco Esterino Montino qualche mese fa - "niente cambia da anni e anni" tra inadempienze e arretrati mai pagati.

A cornice di tutto ciò un salato debito con il fisco. Al momento dell’aggiudicazione fu Michele Frullo, sindacalista Usb, che lo dichiarò a ilGiornale.it: "La somma che i Trotta dovrebbero saldare ammonta a 4 milioni e 700 mila euro mai pagati all’Agenzia delle Entrate". Allo stesso tempo ilGiornale.it rivelò, attraverso la testimonianza di fonti interne, che la Trotta Bus decise di rateizzare il debito in corso d’opera e non - come previsto - prima dell’aggiudicazione dell’appalto. Oggi, infatti, lo dice anche il Comune di Roma: "È emerso che alcune procedure per violazioni contributive in epoca antecedente alla gara e per le quali l’impresa aveva richiesto la rateizzazione non si sarebbero estinte prima della presentazione dell’offerta, ma riattivate in un secondo momento in corso di gara".

La domanda viene spontanea: come e perché il sindaco Gualtieri ha portato avanti la "crociata" Trotta Bus a tutti i costi nonostante ci fossero, fin dall’inizio, diversi elementi per evitare la partecipazione alla gara dell’impresa?

Commenti