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Bari, caso escort La parola dei Pm: D’Addario bugiarda

La procura di Bari smaschera "l’eroina" di Palazzo Grazioli e chiede l’archiviazione delle denunce contro il suo ex

Bari, caso escort La parola dei Pm:  D’Addario bugiarda

La donna della «scossa» non è credibile, almeno per le cose sue. Che «tende a ingigantire», «a distorcere», a raccontare senza alcuna pezza d’appoggio. Tant’è che a un semplice, banale riscontro, risultano essere false o indimostrabili. Le pagine con cui il pm di Bari Giuseppe Dentamaro liquida il thriller «amoroso» sceneggiato in una denuncia ai carabinieri dall’ex eroina della procura, Patrizia D’Addario, sono impietose. La escort barese aveva accusato il suo ex amante, Giuseppe Barba, di averla pedinata, minacciata, insultata, inseguita, aggredita. La donna dal registratore facile, che dalle serate a Palazzo Grazioli voleva ricavare soldi e fama (e invece si è ritrovata con un libro di memorie finito al macero per mancanza di compratori e qualche comparsata in discoteca come un ex Grande Fratello qualunque), non è un teste affidabile.

Di più: per la Procura del capoluogo pugliese, tutto quello che ha raccontato non ha superato il «vaglio critico» dei controlli e degli approfondimenti investigativi. Ragion per cui, il pm ha chiesto al gip l’archiviazione delle denunce presentate contro l’ex moroso ai tempi delle registrazioni del lettone di Putin. Esposti ricchi di dettagli che si sono squagliati alla luce del sole.

La D’Addario ha denunciato di essere stata perseguitata telefonicamente da Barba. La polizia giudiziaria ha impiegato un attimo a incrociare i dati del traffico telefonico per arrivare alla conclusione che i controlli hanno «smentito le accuse della persona offesa» in quanto «non emerge alcun contatto proveniente dalle utenze telefoniche» tra i due. Gli squilli molesti, Patty, se li era completamente inventati ma non aveva avuto alcuna remora a denunciarli all’autorità giudiziaria. A dirla tutta, è stata la stessa D’Addario ad ammettere a verbale di aver «contattato da una cabina telefonica, in modo molesto, Barba e sua moglie per numerose volte nell’arco di pochi minuti». E, dunque, se qualcuno doveva risentirsi in questa vicenda è paradossalmente proprio il presunto stalker. E la storia del tentato omicidio? Raccapricciante, degna di un film in stile Attrazione fatale. Se solo fosse vera, ovvio. La versione di lei: Barba era in sella al suo motorino e ha cercato di speronare la mia auto, facendomi finire fuori strada. La versione di lui: è stata la D’Addario a cercare di investirmi e mi ha buttato oltre la carreggiata. Chi dei due ha ragione? Soluzione del pm: nessuno, visto che sono due storie speculari, che si annullano a vicenda. Anche su questo, la D’Addario non è stata convincente. «Nessun dubbio che quella sera le persone coinvolte abbiano avuto momenti di ostilità reciproca mentre viaggiavano a bordo dei propri mezzi – ha scritto il pm – solo che l’accesa conflittualità tra gli stessi e l’assenza di elementi di riscontro a favore dell’una o dell’altra versione dei fatti, non consente di ricomporre lo svolgimento dei fatti nel loro esatto e veridico accadimento». E pure questa storia veleggia verso l’archiviazione.

Eppure, per l’accusa di tentato omicidio, Barba – che ha patteggiato una condanna per sfruttamento della prostituzione su denuncia proprio di Patty, ma lui dice di averlo fatto in cambio della promessa di lei di sparire - è passato per le forche caudine di carte bollate e interrogatori. Da cui sono emersi particolari inquietanti sulla «guerra» tra i due, iniziata come una liaison extraconiugale e finita poi in tribunale. Barba ha rivelato di aver subito il danneggiamento di ben quattro auto, scenate di gelosia in piazza, minacce telefoniche a lui e ai suoi familiari, comprese le figlie piccole, e intimidazioni di ogni sorta. «È un tipo di donna che va cercando soldi, mi ha sempre minacciato per i soldi. Ho cominciato a praticarla come una donna tranquilla, poi l’ho conosciuta piano piano... sempre circondata da assessori, non ha un’amica donna, questo telefono che squilla in continuazione, uomini, uomini, uomini» disse Barba al gip Carrieri. Aggiungendo: «Quando ho scoperto che tipo di donna era, ho cercato di allontanarla ma non le è andata giù. È una persecuzione, non si può più vivere... Patrizia non lavora, non possiede, non ha una macchina.

Ma come vive questa cristiana?».
(ha collaborato Simone Di Meo)

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