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Basta con lo sballo Ora Gallipoli vieta anche l'happy hour

Niente più happy hour, porte sbarrate dopo le otto di sera negli stabilimenti balneari, stop alle feste a base di musica martellante e fiumi di alcol, basta raduni oceanici in riva al mare. È la decisione adottata al termine della riunione che si è tenuta ieri in prefettura a Lecce per fronteggiare la situazione di Gallipoli. Il fatto è che la perla dello Ionio si è trasformata nella capitale dello sballo pomeridiano: spiagge come discoteche, gente che balla ondeggiando tra lettini e ombrelloni, decibel che rimbalzano per chilometri in una cittadina di non più di 22mila abitanti dove a ferragosto sono state raggiunte le 200mila presenze. Il giro di vite è stato deciso su proposta della Assobalneari di Gallipoli.

Prima della riunione, convocata anche dopo la segnalazione di due casi di violenza sessuale nel Salento, il prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, ha lanciato l'allarme: «O si capisce che la tutela dei giovani, dell'incolumità pubblica e l'affermazione della legalità non sono valori negoziabili e che non limitano la libertà economica ma la esaltano, o si dovrà passare ad azioni forti».

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