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Benedetto XVI alle famiglie: "La crisi può minare l'unità" Oltre 20mila alla Via Crucis

Oltre 20mila persone al Colosseo per la Via Crucis celebrata dal Papa: "Gli sbandamenti umani e le difficoltà rischiano di ferire l’unità della nostra vita e della famiglia"

Benedetto XVI alle famiglie: "La crisi può minare l'unità" Oltre 20mila alla Via Crucis

"Gli sbandamenti umani", gli errori, ma anche la crisi economica "aggravata dalla precarietà del lavoro" mettono oggi a dura prova la famiglia, la sua unità, la sua integrità. Con queste parole papa Benedetto XVI ha chiuso ieri sera la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, dove quest’anno hanno partecipato oltre 20mila persone.

Prima della Via Crucis è stata celebrata, alla presenza del Papa, la Messa per il Venerdì Santo e nell’omelia il predicatore della casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, ha toccato un altro tema, quello dei crimini e del pentimento che deve passare per la verità: "Quanti delitti atroci rimasti, negli ultimi tempi, senza colpevole, quanti casi irrisolti!". Poi un appello: "Non portate con voi nella tomba il vostro segreto". Parole forti che hanno subito fatto correre il pensiero ai tanti fatti efferati di oggi e di ieri. Parole che pronunciate nella basilica vaticana richiamano alla mente anche il mistero di Emanuela Orlandi, la ragazza (cittadina vaticana) scomparsa e mai ritrovata, il cui caso è tornato in primo piano proprio in questi giorni. I suoi familiari, molto uniti, non si sono mai arresi. E la famiglia è stata il tema centrale della Via Crucis di quest’anno. A portare la croce lungo le 14 Stazioni famiglie italiane, irlandesi, del Burkina Faso e del Perù.

A scrivere le meditazioni una coppia di anziani coniugi, sposati da 60 anni, Danilo e Anna Maria Zanzucchi, 91 anni lui e 82 lei. Un nucleo familiare quasi d’altri tempi il loro, con 5 figli e 12 nipoti. Anna e Danilo fanno parte dei Focolari, al cui interno hanno fondato il movimento "Famiglie Nuove". Nei testi che hanno composto, si sono soffermati sui tanti nodi e le tante prove che si incontrano nella vita coniugale: il tradimento, che rompe il patto di fedeltà nel matrimonio, le incomprensioni, l’aborto, le malattie, i problemi della educazione dei figli. Anche queste sono "croci" da portare. "Ho contribuito anch’io al tuo dolore. Anche noi sposi e le nostre famiglie. Ogni volta che non ci siamo amati, quando ci siamo attribuiti la colpa l’uno all’altro, quando non ci siamo perdonati, quando non abbiamo ricominciato a volerci bene", ha detto in una delle riflessioni proposte.

Negli interventi scritti dai due coniugi è stato lanciato da una parte il monito a non restare indifferenti di fronte alle necessità del prossimo, dall'altra "l’invito a non lasciarsi anestetizzare dal benessere, a non cercare soltanto ciò che si desidera o appaga". Ed è proprio la famiglia il centro del ragionamento di papa Benedetto XVI: "In questo nostro tempo la situazione di molte famiglie è aggravata dalla precarietà del lavoro e dalle altre conseguenze negative provocate dalla crisi economica". In realtà, non è soltanto la crisi economica a preoccupare il Pontefice. "L’esperienza della sofferenza segna l’umanità, segna anche la famiglia - ha sottolineato il Santo Padre - quanto volte il cammino si fa faticoso e difficile. Incomprensioni, divisioni, preoccupazione per il futuro dei figli, malattie, disagi di vario genere". Ma "nella afflizioni e nelle difficoltà non siamo soli; la famiglia non è sola: Gesù è presente son il suo amore, la sostiene e le dona l’energia per andare avanti".

Ed è a Gesù Cristo, è l’invito di Benedetto XVI, che i fedeli devono rivolgersi quando "gli sbandamenti umani e le difficoltà rischiano di ferire l’unità della nostra vita e della famiglia".

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