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Berlusconi prepara la battaglia: è un esecutivo di sinistra-centro

In vista della verifica in Aula, confida negli agguati di Renzi a Letta. Vertice con gli avvocati per parare l'assalto dei magistrati di Milano

Berlusconi prepara la battaglia: è un esecutivo di sinistra-centro

Di prima mattina era sostanzialmente di buon umore, ma ancora non gli erano piovute addosso prima le motivazioni del cosiddetto Ruby bis e poi le dimissioni al veleno di Adriano Galliani dal Milan. Un uno-due che non giova particolarmente allo stato d'animo del Cavaliere, già messo a dura prova mercoledì scorso dal voto sulla decadenza.
Un Berlusconi che era intenzionato a mettere la testa sul rilancio del partito e che invece in quel di Arcore è soprattutto alle prese con i suoi avvocati. L'inquinamento probatorio ipotizzato nella sentenza Ruby bis, teorizzano infatti i suoi legali, giustificherebbe misure restrittive, dai domiciliari all'arresto vero e proprio. Insomma, ora che non è più senatore della Repubblica quello che è uno dei suoi peggiori incubi – il carcere - potrebbe diventare realtà. Finito con gli avvocati, peraltro, l'ex premier passa ad occuparsi della gestione del caso Galliani che, dopo 30 anni di onorato servizio, se ne va dal Milan sbattendo la porta e puntando il dito contro il repulisti di Barbara Berlusconi. Una mossa che il Cavaliere non gradisce granché, soprattutto per la tempistica.

Una giornata difficile, insomma. Nonostante le buone notizie che arrivano dai sondaggi, visto che anche l'ultima rilevazione di Euromedia dà Forza Italia al 21,7 e il Ncd al 3,7. Non è un caso che il Cavaliere sia deciso a cavalcare l'opposizione al governo, tanto che nell'incontro al Quirinale la delegazione di Forza Italia aveva chiesto Napolitano l'apertura di una crisi formale, con Enrico Letta dimissionario alle Camera. Alla fine ci si limiterà ad una verifica, ma il senso del messaggio è chiaro. «La situazione è cambiata e bisogna prenderne atto», spiega al telefono con alcuni parlamentari un Berlusconi piuttosto battagliero. Le larghe intese – è il senso del suo ragionamento – sono finite e questo da oggi è un governo di sinistra-centro.
Quando martedì si terrà la riunione dei gruppi parlamentari congiunti di Forza Italia (Berlusconi dovrebbe esserci, per poi presentare sempre a Roma il nuovo libro di Bruno Vespa l'indomani) sarà proprio questo il mood. Perché, spiega Augusto Minzolini, ora servono «trasparenza verso il nostro elettorato» e «discontinuità rispetto a quanto fatto fino a ieri». Un Cavaliere, dunque, che si annuncia sulle barricate. E che potrebbe non essere poi così dispiaciuto del fatto che la verifica sia destinata a slittare dopo l'8 dicembre, giorno delle primarie del Pd. Nonostante la posizione ufficiale di Forza Italia sia quella espressa dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta o dal vicepresidente vicario dei senatori Anna Maria Bernini, è un fatto che ad oggi Letta ha i numeri per vedersi riconfermata la fiducia. Cosa che accadrà con ogni probabilità anche dopo l'8 dicembre, anche se non si può escludere che Matteo Renzi ponga alcune condizioni, magari – questo spera il Cavaliere – chiedendo un riequilibro della squadra di governo alla luce della nuova maggioranza.

Intanto Berlusconi continua a concentrarsi sul partito, in particolare sul lancio dei primi mille Club Forza Silvio che sul territorio dovranno contrastare la «campagna acquisti» del Ncd. I rapporti tra i due partiti nati dal fu Pdl continuano ad essere tesissimi, come dimostra l'ultima stoccata lanciata da Sandro Bondi che attribuisce al Cavaliere «un grave errore» fatto in questi anni: «Quello di raccogliere per strada dei vecchi politici che erano da rottamare già nel 1994, delle banderuole continuamente alla ricerca di un tram su cui salire per continuare il loro viaggio nel comodo mondo del potere».

Una frecciata ad ex alleati vecchi e nuovi.

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