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Berlusconi: senza repulisti ci avrebbero massacrati

Il Cav: "Tolto ogni pretesto agli avversari, adesso parliamo di Imu". Molti "impresentabili" non li ha voluti sentire nemmeno al telefono. E su Cosentino: "Scelta dolorosa"

Berlusconi: senza repulisti ci avrebbero massacrati

È un Silvio Berlusconi provato quello che a fine giornata si butta indietro sullo schienale della sedia e si lascia sfuggire una battuta che fotografa alla perfezione la tensione degli ultimi giorni: «E ora mi vengano a dire che la politica è una cosa bella...». È amareggiato il Cavaliere, per i toni che si sono raggiunti nello scontro con Nicola Cosentino visto che sono volate parole davvero grosse. Ma anche perché l'ex premier continua a restare un garantista e mai sarebbe voluto arrivare fino a questo punto, ben consapevole che sull'ex sottosegretario all'Economia pende anche una richiesta di arresto e il rischio che finisca in carcere è concreto.
Eppoi Cosentino è solo l'ultimo atto di un repulisti che Berlusconi vive per molti versi come un'imposizione. Nonostante gli abbia chiesto di «fare un sacrificio», per esempio, di uno come Marcello Dell'Utri il Cavaliere ancora ieri andava ribadendo la sua innocenza. Però, arrivati a questo punto non si poteva fare altro, altrimenti - ripete il Cavaliere durante i lunghi conclavi della giornata - i giornali «ci saltano addosso» e «bruciamo tutti i voti che abbiamo recuperato in queste due settimane».
D'altra parte, sul punto Alessandra Ghisleri è stata categorica. I focus group di Euromedia non lasciano infatti dubbi, tanto che il tema delle «liste pulite» è uno dei cosiddetti cinque steps decisivi della campagna elettorale di Berlusconi. Ed è questa la ragione di un Cavaliere che, in alcuni casi a malincuore, è inamovibile. È lui a dire «no» a un lungo elenco di cosiddetti «impresentabili». E lo fa senza tentennamenti se la maggior parte di loro viene rimbalzata dal centralino di Palazzo Grazioli senza che l'ex premier raccolga neanche le chiamate. Ne sa qualcosa Alfonso Papa che ha inutilmente presidiato l'ingresso di Palazzo Grazioli giorno e notte da venerdì scorso. Ha avuto dunque gioco facile Angelino Alfano - la sua posizione è nota dall'affondo su Dell'Utri durante Porta a Porta - con cui Berlusconi gioca di sponda per superare i dubbi di Denis Verdini e le resistenze dell'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma. In verità, chi conosce il Cavaliere è convinto che la decisione finale fosse stata presa da giorni e che Berlusconi abbia preferito temporeggiare per non dare a Cosentino la possibilità di riorganizzarsi.
Decisioni comunque sofferte e non certo a cuor leggero, ma imposte dai freddi numeri dei sondaggi. «Se vogliamo vincere questa è l'unica strada», ripeteva ieri durante la batteria di riunioni a Palazzo Grazioli. Altrimenti - è il ragionamento dell'ex premier - da domani «ci saltano tutti addosso». Insomma, «se avessi ceduto la campagna elettorale l'avremmo fatta in difesa e su Cosentino», così invece «giocheremo in attacco e sull'Imu». Senza considerare che dopo gli ultimi giorni in cui s'è parlato quasi esclusivamente delle cosiddette «liste pulite» per Berlusconi un cedimento era impensabile. «Se non dici di “no” a Cosentino non puoi pensare di essere credibile quando parli al tuo elettorato», gli ha fatto notare domenica un ex ministro. E così è stato. «Una scelta dolorosa», ammette.

Ma «non l'avessi fatta saremmo andati incontro a un massacro mediatico» mentre io «voglio giocare per vincere».

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