Politica

Berlusconi smentisce le voci: i miei figli non si candidano

Ma oggi ad Arcore la riunione decisiva con la famiglia. E per la prima volta attacca Renzi: "Non basta andare in Europa a ricevere pacche sulle spalle". Il silenzio sul partito

Berlusconi smentisce le voci: i miei figli non si candidano

C'era un tempo in cui l'idea di un partito balcanizzato lo faceva irritare. E non solo da Palazzo Grazioli si affrettavano di prima mattina a smentire eventuali ricostruzioni malevole, ma pure lo stesso Berlusconi si prodigava in telefonate per cercare di mettere pace tra i contendenti. Oggi invece - magari anche perché il fatidico 10 aprile è sempre più vicino - la distanza tra il Cavaliere e Forza Italia è sempre più siderale. E non solo perché la prima uscita pubblica dell'ex premier dopo settimane di silenzio è per benedire l'ennesima iniziativa dei Club Forza Silvio, la struttura coordinata da Marcello Fiori che nella testa di Berlusconi è ormai il vero braccio movimentista del partito. Ma soprattutto perché il Cavaliere non si prende neanche la briga di smentire personalmente le ricostruzioni uscite in questi giorni sui giornali, a partire da quelle che raccontano di uno scontro interno al partito tra la vecchia guardia e i consiglieri oggi più vicini all'ex premier con un Denis Verdini ormai sul piede di guerra (circostanza ieri smentita da un suo fedelissimo come Ignazio Abrignani) e un Raffaele Fitto silente ma non certo di buon umore.

Di tutto questo, semplicemente, Berlusconi non parla. Come se Forza Italia non esistesse e nonostante l'occasione pubblica. Durante la quale si concentra sui club Forza Silvio che «con il contatto diretto sul territorio» dovranno servire a «convincere i 24-26 milioni di indecisi». Finito il suo intervento davanti all'Auditorium del Serafico di Roma, invece, il Cavaliere ci tiene a smentire l'ipotesi di una candidatura alle europee di uno dei suoi figli. Uno scenario, in verità, di cui in queste settimane si è discusso tra Arcore e Palazzo Grazioli visto che la possibilità di quella che Francesca Pascale ha definito una «successione familiare» è e resta sul tavolo. Più ardita, invece, l'ipotesi di una candidatura al Parlamento europeo che forse ha un po' troppo appassionato alcuni addetti ai lavori, visto che una simile scelta – con l'impegno in settimana tra Bruxelles e Strasburgo - avrebbe sia per Marina che per Pier Silvio o Barbara delle conseguenze sulle attuali incombenze tra Mondadori, Fininvest e Milan. Per Berlusconi, insomma, sono «tutte invenzioni dei giornalisti». Anche se oggi ad Arcore è in programma una riunione decisiva con tutta la famiglia.

Davanti alla platea dei club Forza Silvio di Roma, il Cavaliere decide di gettare le basi della campagna elettorale per le Europee di fine maggio. E forse non è casuale che – per la prima volta – l'ex presidente del Consiglio si lasci andare a giudizi non lusinghieri nei confronti di Matteo Renzi. Non solo perché ironizza sul suo look e gli ricorda che il premier in Italia «non ha poteri» nemmeno quando rimane «in manica di camicia» come lui ha fatto venerdì durante la conferenza stampa a Bruxelles. La stoccata arriva soprattutto sull'atteggiamento che il premier ha avuto con i suoi partner europei. «Noi – dice Berlusconi - abbiamo bisogno di un assoluto cambiamento e il cambiamento deve avvenire non andando in Ue a ricevere sorrisini e pacche sulle spalle ma andando decisi e mettendo il veto quando qualcosa non va».

Poi un'altra frecciatina al segretario del Pd, questa volta approfittando dell'assist offerto dal numero uno di viale dell'Astronomia, Giorgio Squinzi. «Se non si riusciranno ad abbassare le tasse – spiega Berlusconi – non ci sarà mai nessuna ripresa economica. E se anche il presidente di Confindustria minaccia di portare la sua azienda all'estero, allora vi accorgete di quanto bisogno abbiamo di un cambiamento». Poi in serata l'auspicio durante la telefonata alla cena del Club Forza Silvio «Missione azzurra Emilia Romagna»: «Se Forza Italia vincesse da sola riusciremmo a realizzare quelle riforme che i nostri alleati non ci hanno mai consentito di elaborare»,

Nessun accenno, come detto, alle dinamiche interne al partito. Salvo un tweet del suo consigliere politico Giovanni Toti che esclude in Forza Italia un «tutti contro tutti». «Ragazzi, avete sbagliato pagina, non è il Pd!», scrive l'ex direttore di Tg4 e Studio Aperto. Si vedrà la prossima settimana, quando si dovranno chiudere le liste per le europee. Sarà quella la cartina di tornasole dei veri equilibri dentro il partito di piazza San Lorenzo in Lucina.

E di eventuali strappi.

Commenti