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Berlusconi snobba il verdetto: la data chiave resta il 10 aprile

Altro che Cassazione, per il Cav la decisione che più conta è quella sui servizi sociali. Apprezza la mobilitazione in suo favore e stoppa i retroscena dei giornali: "Fantasie"

Berlusconi snobba il verdetto: la data chiave resta il 10 aprile

Un Berlusconi indispettito e particolarmente teso. Da due giorni, di primo mattino, gli tocca leggere sui quotidiani ricostruzioni e retroscena che lo riguardano ma che giudica lunari e lontani dalla realtà. Soprattutto il Corriere della Sera dà conto di sue frasi, con tanto di virgolettati che lo irritano non poco. Il tutto per dare l'immagine di un partito, quello di Forza Italia, che pare più un ring dove bande se le danno di santa ragione che un movimento politico. In più, gli articoli pullulano di sue dichiarazioni tranchant e spesso sprezzanti nei confronti di qualche azzurro. Così il Cavaliere, particolarmente esasperato, cerca di porre un freno a quello che giudica un malvezzo dell'informazione e detta una nota a tutte le agenzie di stampa: «Ormai ogni giorno, e questa mattina non fa eccezione, leggo sui quotidiani mie frasi virgolettate, miei pensieri riportati, scenari che riguardano il mio movimento politico, tanto lontani dalla realtà da procurarmi sentimenti di invidia, mai provati in vita mia, per la fantasia dimostrata dai redattori di tali articoli». Un comunicato che poi prosegue così: «Di questo passo i principali organi di informazione del Paese si trasformeranno presto e definitivamente in saggi di fantascienza tali da fare concorrenza ai più noti romanzieri del genere. Nel vostro interesse, per il bene dell'informazione, per favore, basta!». Una nota scritta di suo pugno nel salotto di Arcore.

Ben altro ha per la testa l'ex premier, più che le beghe di partito, specie in un giorno segnato dall'ennesima sentenza che non gli sorride. Non che s'aspettasse qualcosa di diverso dai giudici della terza sezione di Cassazione chiamati a valutare sull'interdizione per due anni dai pubblici uffici. Ma è soprattutto il conto alla rovescia verso il fatidico giorno del 10 aprile che lo angoscia. In quella data i giudici di Milano dovranno stabilire le modalità dell'esecuzione della pena: arresti domiciliari o servizi sociali in prova. Entrambe le soluzioni sono pessime perché l'ex premier continua a ripetere di essere stato vittima di una clamorosa persecuzione giudiziaria da parte della magistratura politicizzata.

Mentre il Mattinale (nota quotidiana redatta dallo staff del capogruppo Brunetta) conferma che Berlusconi correrà alle Europee perché «escluderlo sarebbe un furto di democrazia, un sequestro di Stato della sovranità popolare», il Cavaliere apprezza che dalla società civile si alzi l'urlo in favore della sua candidatura. Sul fronte del partito, l'ex premier congela ancora le candidature per il Parlamento di Strasburgo mentre sulla grazia sceglie la strategia della prudente attesa. Basso profilo, niente chiamata alle armi contro il Quirinale, e toni da «padre della Patria». Proprio questo ultimo aspetto è quello su cui spinge di più il Cavaliere: l'asse con Renzi va salvaguardato per scrivere assieme a lui le regole della nuova Repubblica e rimanere di fatto al centro della scena politica nonostante qualche magistrato voglia cacciarlo perfino in galera. «Entrare al governo? Al momento lo escludo in modo categorico - giura Giovanni Toti - Forza Italia ha fatto un accordo politico sulla legge elettorale e sulle riforme e poi sulle cose sentite valuteremo di volta in volta, non abbiamo atteggiamento ostile».

Ma se Renzi dovesse impantanarsi a causa dei numeri risicati in Parlamento, prefigurano alcuni scenari, una mano salvifica potrebbe arrivare proprio dal Cavaliere.

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