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BERSANI VA CON TUTTI Le alleanze impossibili del Pd per vincere le amministrative

Alle amministrative Bersani diversifica le alleanze: Pd diviso tra la foto di Vasto e l'alleanza con l'Udc. Indecisi? No, furbi: testano gli elettori in vista delle politiche del 2013

BERSANI VA CON TUTTI Le alleanze impossibili del Pd per vincere le amministrative

"A Vasto ho sempre detto che mancava il sonoro perché ho detto cose molto chiare". Pier Luigi Bersani lo ripeterà fino allo sfinimento. Perché quella foto lì, scattata a Vasto insieme a Nichi Vendola e all'organizzatore Antonio Di Pietro, rischia di infastidirlo a oltranza. E così il segretario piddì se ne va in giro a dire che nelle sue intenzioni resta l'ipotesi di lavorare per "un centrosinistra di governo, cioé con chi ci sta e che si rivolga a forze moderate alternativa al populismo per un patto di legislatura". Eppure, se alle Camere il Partito democratico si schiera insieme al Pdl e al Terzo Polo garantendo una piena maggioranza al premier Mario Monti, alle amministrative Bersani va un po' con tutti. Come capita, a seconda della convenienza.

Dal centrosinistra classico a quello allargato, dalla foto di Vasto amputata di qualche componente per fare spazio all’Udc alla convergenza con l’Mpa di Raffaele Lombardo e perfino i futuristi di Gianfranco Fini. Sono innumerevoli e quantomai variegate le configurazioni con cui il Partito democratico si presenterà alle amministrative del prossimo 6-7 maggio. Una tornata elettorale che chiamerà al voto circa dieci milioni di elettori distribuiti in oltre mille comuni, "le ultime prima delle elezioni del 2013", come ricorda il responsabile Enti locali, Davide Zoggia. E se è vero che tutte le elezioni, anche quelle locali, hanno una valenza politica, lo è ancora di più per i democratici che si trovano al primo banco di prova dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi. Quello che fino allo scorso novembre era il principale partito di opposizione è infatti chiamato a mostrare non solo il proprio stato di salute dopo primarie che spesso hanno riservato amare sorprese ai vertici di via del Nazareno (le sonore sconfitte di Genova o Palermo, in particolar modo) ma anche, in prospettiva, verificare le formule più adatte per tentare il colpo di mano alle politiche che si terranno l'anno prossimo.

Presentando ai giornalisti i candidati sostenuti dal Partito democratico, Bersani lo dice chiaramente: "Interpreteremo il risultato come una spinta politica". Le amministrative come laboratorio in vista delle politiche del 2013. Si sonda il terreno, si tocca con mano quali alleanze funzionano e quali fanno acqua, si valuta il territorio e la capacità di attrarre voti in un periodo di marcata anti politica e profonda insicurezza economica. Per il Pd, martoriato dalla decisione di appoggiare Monti e i suoi tecnici e indebolito dalle primarie, le amministrative si trasformano in una grande occasione per affrontare queste difficoltà. "Sarà - spiega Bersani - il modo di guardare ad altezza occhi i cittadini e i loro problemi".

Ma con quali alleanze il Partito democratico si presenterà alle elezioni? La foto di Vasto prevale da Nord a Sud: su 29 capoluoghi chiamati alle urne, l’alleanza "classica" con i dipietristi e il Sel di Vendola è confermata in sedici casi: Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Monza, Verona, Gorizia, Genova, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Rieti, Isernia, Lecce e Catanzaro. In sei città i democratici si alleeranno con i centristi di Pier Ferdinando Casini: a La Spezia, Carrara, Taranto e Trani l'Udc si aggiungerà alla foto di Vasto. Un ingresso, quello di Casini nella coalizione di sinistra, che in alcuni Comuni ha portato a pesanti conseguenze determinando la defezione di uno (o entrambi) gli alleati "storici". A Brindisi, per esempio, l'Italia dei Valori si è chiamata fuori, mentre a Frosinone l’alleanza coi centristi ha messo in crisi l'intero centrosinistra provocando il distacco sia dei dipietristi sia del Sel.

Dopo i brogliacci che hanno portato alla vittoria del ribelle democratico Fabrizio Ferrandelli e all'autocandidatura dell'Idv Leoluca Orlando, Palermo si configura come uno dei test più salienti. La storia è paradossale: il centrosinistra è entrato in fibrillazione dopo la contestata vittoria alle primarie di Ferrandelli, un ex Idv sostenuto da Pd e Sel che dovrà misurarsi con un candidato dipietrista che in precedenza aveva appoggiato la candidata ufficiale di tutta la coalizione, Rita Borsellino. Insomma, c'è da farsi venire il mal di testa. Quella che va in scena nel capoluogo siciliano è una pièce dai tratti kafkiani accresciuta dal sostegno a Ferrandelli di quello spezzone di apparato locale che guarda con più attenzione al Terzo polo e al governatore Raffaele Lombardo, come il senatore Beppe Lumia e il segretario regionale Giuseppe Lupo.

Ad Agrigento va, invece, una sorta di "premio" per il laboratorio più originale: attorno al nome di Mariella Lo Bello, ex segretario provinciale della Cgil, si è coagulato un inedito blocco formato da democratici, Api, Mpa e finiani ma non della sinistra. Quanto sia solo un caso isolato o schiuda la possibilità di un Pd proiettato unicamente verso il centro solo il responso delle urne potrà dirlo. Basta guardare le innumerevoli combinazioni sottoscritte per le amministrative per capire che, sotto sotto, Bersani lascia fare e va a tentoni. Si vedrà, poi, il risultato. E si deciderà per le politiche. Le beghe locali descrivono bene come i rapporti fra gli alleati, a Roma come in periferia, non siano sempre facili. Tanto per fare qualche esempio: a Belluno i vendoliani hanno preferito Jacopo Massaro a Claudia Bettiol, candidata della coalizione; all’Aquila, invece, i dipietristi si sono sfilati dalla ricandidatura di Massimo Cialente. Un mancato appoggio che, considerato il ruolo simbolico del capoluogo abruzzese, suona come una dura bocciatura del modo in cui è stata gestita la fase del post terremoto.

Dopo aver perso la faccia alle primarie, Bersani fa di tutto per evitare il flop definitivo alle amministrative. Da qui la scelta di diversificare le alleanze. D'altra parte ha ancora molto tempo per stringere il patto con cui si presenterà alle politiche.

Il 2013 è ancora lontano.

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