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Blitz fallito: Letta rinvia il nuovo governo

Nessuna sostituzione nella squadra dei ministri, al premier l'interim dell'Agricoltura. Il bis a metà febbraio

Blitz fallito: Letta rinvia il nuovo governo

Roma - È probabile che Enrico Letta assapori il gusto del ministero delle Politiche agricole per almeno una decina di giorni. Se non di più. Il presidente del Consiglio ha infatti assunto «ad interim» l'incarico che era di Nunzia De Girolamo. Lo potrebbe lasciare solo quando decollerà il Letta-bis. Vale a dire, a metà febbraio: dopo l'approvazione della legge elettorale alla Camera e dopo la condivisione del «Patto di governo» con la maggioranza. Ed a quel punto, potrebbe tornare in bilico anche l'incarico di Gaetano Quagliariello. Il ministro delle Riforme ha smentito le indiscrezioni che davano per imminenti le sue dimissioni.
Sembra infatti fallito il tentativo di un blitz per una rapida sostituzione della De Girolamo. A Palazzo Chigi hanno scoperto che l'uomo sul quale convergevano i maggiori consensi politici (anche trasversali), Paolo De Castro, in realtà era inviso alla Coldiretti. Si parla di veto sul suo nome. Oggi De Castro è presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
Al di là delle scadenze politiche, ad allontanare l'individuazione del nuovo ministro delle Politiche agricole contribuisce anche l'intenso programma internazionale del premier. Domani sarà a Bruxelles. Eppoi i primi giorni della prossima settimana sarà in Kuwait, Qatar ed Emirati arabi uniti. Tornerà nella Capitale il 5 febbraio. E ad aspettarlo ci saranno i problemi legati alla composizione del governo, in funzione del nuovo programma.
Secondo Letta, proprio le ultime decisioni in materia economica renderanno «forte» il governo nel confronto di domani con la Commissione Ue. Il presidente del Consiglio fa riferimento alle «privatizzazioni, già decise ed operative, ed al rientro dei capitali dall'estero». Due interventi che Bruxelles attende di conoscere nei dettagli. Il ministro dell'Economia li ha illustrati durante la riunione dei ministri dell'Economia e delle Finanze dell'area euro. La Commissione, però, vuole conoscerne meglio le dimensioni. La privatizzazione di Poste e di Enav migliorerà (nell'arco di due anni) il rapporto debito/Pil dello 0,3%: troppo poco, rispetto alle richieste europee.
In più, gli uomini della Commissione si attendono di conoscere la reale efficacia della misura sul rientro dei capitali. Già in passato, Bruxelles l'ha classificata come intervento «una tantum»; e, come tale, da non considerare come riduzione del deficit. In più, presidente del Consiglio e ministro dell'Economia hanno idee diverse su come usare i proventi attesi. Secondo Letta, devono essere utilizzati per l'abbattimento del peso fiscale sulle buste paga; una soluzione non condivisa da Saccomanni e dalla Commissione Ue. Tant'è che lo stesso ministro ha annunciato a Palazzo Chigi che le eventuali risorse provenienti dal rientro dei capitali (oggi iscritti in bilancio con il valore di un euro) saranno destinate a finanziarie i rimborsi dei debiti della Pubblica amministrazione; proprio per la loro natura di entrate «una tantum». Una posizione condivisa da Bruxelles.
È poi probabile che negli incontri con la Commissione il presidente del Consiglio illustri anche le altre riforme che intende presentare con il nuovo «Patto di governo».

Misure che non sono state ancora illustrate alla maggioranza.

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