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Bossi, riti e miss: la Lega taglia 6 milioni

Maroni mette il partito a dieta, stop a Capodanno celtico e Donne padane. Ridotto l'appannaggio di un milione a Bossi

Bossi, riti e miss: la Lega taglia 6 milioni

Milano - Un milione di euro. A metà tra l'assegno del signor Bonaventura e il sogno da superenalotto dell'italiano medio. Una somma alta, soprattutto per la Lega, un partito che fa della difesa dei comuni lavoratori uno dei suoi cavalli di battaglia. Un milione, euro più euro meno, è quel che costa ai bilanci della Lega il presidente federale, il fondatore, il Senatùr, insomma l'Umberto Bossi.
In tempi di ristrettezze di bilancio, sarà chiamato a tirare la cinghia anche lui. «Non abbiamo ancora deciso dove tagliare», assicura il segretario lombardo Matteo Salvini, commentando voci circolate in via Bellerio che davano per già avvenuta la decurtazione dell'appannaggio presidenziale. Ma quel che è certo, al di là dei dettagli, è che anche Bossi e famiglia ridimensioneranno il loro tenore di vita.
Si parla di sei milioni di tagli complessivi. L'assestamento del bilancio di previsione del partito avverrà entro fine giugno. Nel 2012 l'attivo patrimoniale è stato di 40 milioni ma con un disavanzo di 10 milioni e 760mila euro. «Con questo bilancio si chiude la stagione delle porcherie, della Tanzania, dei fondi all'estero, degli yacht», ha dichiarato senza mezzi termini Roberto Maroni, eletto all'unanimità segretario federale il 1° luglio 2012, due mesi dopo la famosa notte delle ramazze, quando l'ex eterno secondo Bobo se ne andava in giro a far pulizia nella Lega.
Una pulizia non solo metaforica, come dimostra la revisione dei bilanci affidata a Pricewaterhouse. Difficile che sopravvivano voci come la scuola Bosina fondata a Varese da Manuela Marrone, influente moglie del Senatùr (200mila euro). Oppure i 150mila euro per le spese personali di Bossi, che vengono consegnati al segretario senza che lui debba rendere conto delle spese. Cinquecentomila euro sono destinati a segreteria e spese mediche del Senatùr: l'importo verrà ridotto ma non cancellato, dal momento che a Bossi toccano sia segreteria che spese mediche.
Bossi ma non solo. Sotto la scure cadranno tutte le spese non direttamente riferibili al core business della Lega: la politica. «Ridurre tutte le spese non direttamente collegate all'attività politica del movimento», si legge nella nota ufficiale diramata da via Bellerio. Non è un'operazione che riguarda Bossi e basta. Al contrario, l'intervento di ragioneria mette sotto la lente d'ingrandimento tutti i movimenti, movimentini, associazioni che sono nati intorno allo spadone di Alberto da Giussano. Sono da sforbiciare (in qualche caso già sforbiciati) il SinPa, il sindacato padano di Rosy Mauro, risoprannominata la badante di Bossi. E poi associazioni padane come Miss Padania, il Capodanno celtico, le Donne padane e altre agenzie che utilizzano denaro del partito. Una pulizia necessaria in vista del taglio del finanziamento ai partiti di cui si discute.
L'operazione è resa ancor più urgente dai risultati elettorali della Lega. Nei giorni scorsi Bossi ha sparato frasi come: «Maroni ha distrutto la Lega. Ora me la riprendo». Oppure: «La base non lo riconosce come capo». Intorno al segretario hanno fatto quadrato amici e meno amici, da Salvini a Flavio Tosi, i delfini designati da Maroni, fino a Luca Zaia. In attesa dei ballottaggi del 9 e 10 giugno è improbabile che qualcun altro segua Bossi nella rivolta anti-Maroni. Ma il tema del malcontento della base esiste.

E anche se Bossi resta solo un eroe del passato, rappresenta un disagio che potrebbe trovare altre vie di futuro.

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