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Buchi e intrighi: nuovo scandalo allo Ior

La nuova lobby di potere «maltese» punta al controllo della banca di Dio. E la poltrona del presidente von Freyberg traballa

Buchi e intrighi: nuovo scandalo allo Ior

C'è una lobby maltese. Una lobby che potrebbe mettere le mani sullo Ior e sul patrimonio del Vaticano. Una lobby che si prepara a dare il benservito al numero uno della banca, il tedesco Ernst von Freyberg. A Roma, non è più tempo di Vatileaks, ma la stagione degli intrighi non è finita. Cambiano e si rimescolano le alleanze, gli italiani finiscono nell'angolo, si delineano nuove cordate. Papa Francesco, naturalmente, non guarda in faccia nessuno e prosegue nella sua opera di rinnovamento e purificazione, ma dietro le quinte, come documenta L'Espresso in un servizio in edicola, le battaglie vanno avanti.
Il nuovo tavolo dei potenti - secondo voci raccolte dal Giornale nei Sacri Palazzi - sarebbe il Consiglio per l'economia, l'organismo nuovo di zecca varato da Papa Francesco nel clima di trasparenza e cambiamento, dopo gli scandali del passato. Paradosso luciferino, il Consiglio sarebbe diventato il punto di coagulo della cosiddetta lobby maltese, così chiamata perché farebbe riferimento al finanziere maltese Joseph Zahra. Zahra è uno dei 15 membri - sette laici e otto ecclesiastici - del Consiglio, anzi ne è vicecoordinatore, insomma rappresenta una delle figure di punta dello strategico consesso. «Quel che fino a poche settimane fa non si sapeva - spiega al Giornale un'autorevolissima fonte che chiede l'anonimato - è che Zahra è legato ad altri personaggi del Consiglio con cui condivide da tempo solidi interessi economici».
Il riferimento è a due figure di spicco del Consiglio: il francese Jean Baptiste de Franssu e l'italiano - l'unico presente in questo prestigioso ente - Franco Vermiglio. Il filo che lega il terzetto è la Misco Malta, la società di consulenza finanziaria fondata da Zahra. De Franssu era manager della controllata Misco Directors Network, Vermiglio aveva fondato con Zahra la Misco Advisory ltd, una joint venture fra lo studio messinese dell'avvocato Vermiglio e il gruppo maltese, pensata, secondo L'Espresso, per calamitare i capitali tricolori nell'isola che fino al 2010 era un paradiso fiscale. Vermiglio, per la cronaca, è il fratello di Carlo, vicepresidente del Consiglio nazionale forense e per sua stessa ammissione massone fino al 1988 nella loggia la Ragione.
«Una volta - è quel che viene raccontato al Giornale - la guerra nei Sacri Palazzi aveva come obiettivo il potere. Oggi, la meta è un'altra. I soldi e ancora i soldi». Il controllo dello Ior e dell'Apsa, insomma una montagna di miliardi di euro. In questo clima potrebbe maturare la svolta clamorosa: il 4 luglio, se prima non arriveranno le dimissioni ormai nell'aria, il Consiglio potrebbe sfiduciare il traballante Von Freyberg e proporre a Sua Santità de Franssu per la successione. Sarebbe la consacrazione di quel gruppetto, protagonista di un'ascesa rapidissima attraverso la Commissione referente per gli affari economici. Naturalmente, indiscrezioni e boatos non trovano conferme, ma certo la finanza vaticana corre verso nuovi equilibri. E il pool degli amici di Zahra farebbe leva sulle defaillance della gestione von Freyberg per aprirsi la strada.
La breve stagione del banchiere tedesco sembra arrivata al capolinea. Fra scandali vecchi e nuovi. All'inizio di giugno von Freyberg ha ricevuto una lettera zeppa di critiche da monsignor Battista Ricca, il prelato del Papa allo Ior, molto apprezzato da Francesco. I capitoli dolenti, spesso eredità del passato, sono più di uno: le avventate speculazioni finanziarie a Budapest, il prestito da 15 milioni alla Lux di Ettore Bernabei nel 2011; il colossale buco - stimato addirittura in 800 milioni di euro - del fondo pensioni dei dipendenti del Vaticano e via elencando disastri. Papa Bergoglio in un primo momento pareva convinto della necessità di chiudere lo Ior. Poi ci ha ripensato, ma ha chiesto di togliere di mezzo le posizioni più imbarazzanti e i conti dei laici: circa 1.400, di cui una ventina attribuiti a politici e in parte all'attenzione della magistratura romana. I vip sono in fuga dallo Ior dell'era Bergoglio.

Ma dentro l'istituto gli intrighi vanno avanti.

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