Cosa succederà alla Regione Liguria dopo gli arresti domiciliari disposti la scorsa settimana a Giovanni Toti? La coalizione di centrodestra sembra volere stringersi attorno al governatore e allontanarne le dimissioni, soprattutto a seguito degli ultimi sviluppi sull'inchiesta giudiziaria che lo ha coinvolto. "Ma vi sembra normale che uno che è agli arresti domiciliari debba aspettare così tanto tempo per essere interrogato? Questo è accanimento", protesta fortemente il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Il partito guidato da Salvini, del resto, aveva già fatto recentemente trapelare l'irritazione per un'indagine piovuta a meno di un mese dalle elezioni europee, con il timore che i magistrati vogliano costringere Toti alle dimissioni: è per questo motivo che gli esponenti del Carroccio continuano a sostenere che non deve esserci alcun suo passo indietro.
In attesa di capire quando si terrà effettivamente l'interrogatorio di garanzia del presidente della Regione, quindi, si prende tempo. Lo ha confermato anche Giorgia Meloni, con il suo "aspettiamo" pronunciato ieri. "Il pallino è in mano a Toti", sottolinea ulteriormente un senatore di Fratelli d'Italia, anche se allo stesso cresce sempre di più la tesi che "si cercherà di resistere". La tesi è la seguente: bisogna cercare il più possibile di superare l'appuntamento elettorale delle Europee (dopo il quale si capirà anche se l'ex europarlamentare sarà potrebbe essere scarcerato dal Tribunale della Libertà), scavallare l'estate e poi arrivare a novembre quando diventerà impossibile andare al voto anticipato perché - questo il ragionamento - c'è il bilancio da approvare e a quel punto potrebbe passare anche un altro anno. Ovvero la scadenza naturale della legislatura regionale (ottobre 2025).
Nell'alleanza di governo il mantra, quindi, è che a decidere dovrà essere Toti stesso, per quanto il convincimento rimanga quello relativo al fatto che l'ex consigliere politico di Silvio Berlusconi tenterà di evitare a ogni modo il passo delle dimissioni. Al momento le deleghe ricoperte sono state assunte ad interim dal vicepresidente Alessandro Piana. "Il problema è che Toti non solo aveva la delega al bilancio ma ricopriva anche ruoli come commissario", osserva un esponente di maggioranza. Ma al momento si va avanti. "La Regione non è che è ferma - taglia corto il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani -. Non basta un'accusa per condannare una persona. L'attività amministrativa continua". E sul rischio di uno stop alle opere a seguito dell'inchiesta in Liguria: "Mi auguro che non accada", replica. "Certamente da detenuti è difficile governare quindi dipenderà dall'esito del Riesame", sottolinea poi.
La preoccupazione aumenta, il rischio - come spiega un deputato di Fratelli d'Italia - "è che crolli tutto, la situazione non reggerà", sembra essere il refrain. Ma allo stesso tempo non solo la decisione è nelle mani di Toti, ma non c'è un candidato da presentare alle eventuali elezioni. I politici e i civici che sono stati contattati si sono tirati indietro. Prima del tribunale del Riesame non ci saranno comunque novità. E poi cosa accadrà? "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia", dice un altro esponente della maggioranza citando Giulio Andreotti. Intanto sul tavolo arriva anche il tema del finanziamento pubblico ai partiti. Chi può pensare di condurre una campagna elettorale che costa con quello che è successo?, diventa l'interrogativo nel centrodestra.
"Bisogna discuterne al più presto", sostiene ancora il leghista Crippa che tra l'altro propone di inserire nella riforma della giustizia la responsabilità penale per le toghe. Ma la maggioranza nega che l'accelerazione della riforma sia una conseguenza dell'inchiesta di Genova. "È nel programma", chiosa Tajani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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