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Un campionato truccato

La magistratura di sinistra è realtà: il pm indaga e propone, il suo compagno di corrente giudice dispone. Una anomalia che ormai si è radicata in tutti i livelli di giudizio

Un campionato truccato

La magistratura di sinistra, ideologica e settaria, non è un'invenzione, o addirittura una paranoia, del berlusconismo. Nel corso degli anni le toghe rosse hanno seminato tracce documentali che le configurano come una setta a tratti segreta. Lo ammise anche Massimo Caprara, segretario particolare di Palmiro Togliatti e membro del comitato centrale del Pci. Nel 2005, testimoniando a Trento in un processo per diffamazione, Caprara svelò l'esistenza di un registro segreto di magistrati iscritti al Pci che era custodito a Mosca. Craxi, in tempi non sospetti, confidò di essere venuto a conoscenza di scuole del Pci per formare magistrati organici al partito e Cossiga, nel 1997, ascoltato dalla commissione stragi, sostenne che la magistratura occupava uno dei livelli della Gladio rossa, la struttura paramilitare e clandestina che doveva essere pronta a ribaltare lo Stato democratico. A metà degli anni Sessanta accadde un fatto nuovo, destinato a cambiare per sempre la giustizia italiana. Alcuni magistrati uscirono allo scoperto fondando, cosa senza precedenti in Paesi occidentali, una corrente ideologica di sinistra chiamata Magistratura democratica, alla quale aderì (e aderirà più tardi) la maggior parte dei pm e dei giudici italiani, poi protagonisti delle inchieste che azzerarono tutti i partiti meno il Pci (Tangentopoli) e più di recente della maggior parte dei 42 processi contro Berlusconi. Il Pm indaga e propone, il suo compagno di corrente giudice dispone. Chi è iscritto a Magistratura democratica fa politica, dichiara la sua fede e combatte apertamente le altre, partecipa a convegni e dibattiti per orientare scelte legislative, alcuni si fanno eleggere in Parlamento, ne abbiamo pure visto uno, Ingroia, fondare un partito e candidarsi premier contro i suoi inquisiti di centrodestra. Una anomalia che ormai si è radicata in tutti i livelli di giudizio. Nella corte che ha confermato il carcere per Berlusconi ben due giudici, De Marzo e Aprile, erano di area Md. Può un magistrato che dichiara la sua idea politica, e sostiene di volerla imporre, giudicare serenamente politici di segno opposto? È come se un giocatore arbitrasse la partita della vita della sua squadra. La partita sarebbe truccata a prescindere, come quella che ha visto in campo Berlusconi.

E questo lo sa bene anche Napolitano, che da quel mondo viene.

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