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Carceri sovraffollate, maxi risarcimento per sette detenuti

Carceri sovraffollate, maxi risarcimento per sette detenuti

RomaBazoumana Bamba è un detenuto ivoriano e ha un buon avvocato. Il numero del suo dolore e della sua rivincita è il 3. Nel carcere di Busto Arsizio ha vissuto per 3 anni e 3 mesi in una cella di 3 metri quadrati e ora l'Italia deve risarcirlo con 100 mila euro per danni morali.
È uno dei 7 detenuti nella cittadina del Varesotto e a Piacenza che, afferma la Corte europea dei diritti dell'uomo, per il sovraffollamento penitenziario hanno subito una «lesione della dignità» e hanno diritto ad una riparazione. Per 4 di loro ci sarà anche un rimborso delle spese di giudizio di 1.500 euro.
La reazione dal Colle è di rammarico e irritazione, soprattutto per il parlamento che avrebbe potuto, alla vigilia dello scioglimento delle Camere, approvare il disegno di legge governativo sulle misure alternative al carcere «e purtroppo non l'ha fatto». La sentenza di condanna a pagare 100mila euro emessa ieri a Strasburgo, con tanto di multa, dice Giorgio Napolitano, è per noi «un nuovo grave richiamo», «una mortificante conferma della incapacità del nostro Stato a garantire i diritti elementari dei reclusi», una «sollecitazione pressante» a superare la situazione. Il capo dello Stato raccomanda ora ai partiti di mettere questa priorità in cima ai programmi, così che il «nuovo parlamento» arrivi a decisioni «rapide ed efficaci». Anche perché questo è solo l'inizio.
La sentenza dà, infatti, all'Italia un anno di tempo per rimediare al «problema strutturale» del sovraffollamento penitenziario, incompatibile con la Convenzione Ue. Altrimenti, i giudici riprenderanno l'esame di tutti i ricorsi pendenti - sarebbero già 550, in continuo aumento - dei carcerati in Italia, per stabilire i risarcimenti dovuti. Un avvertimento chiaro e preoccupante, visto che le nostre celle scoppiano con 65.726 detenuti per 47mila posti. Sono 42.230 gli italiani, 23.496 gli stranieri e quasi 26mila di loro in attesa di giudizio.
«Avvilita ma non stupita» per la condanna, Paola Severino esprime «grande amarezza» e avverte i partiti: adesso «non è consentito a nessuno fare campagna elettorale sulla pelle dei detenuti». Il ministro della Giustizia ricorda che con il decreto «salva carceri» di un anno fa ha tamponato una situazione «drammatica», ma poi il Senato ha negato il sì definitivo al ddl sulle misure alternative, malgrado l'«amplissima maggioranza» ottenuta alla Camera. La stessa condanna al parlamento arriva con un tweet dal ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera.
Adesso i politici, da destra a sinistra al centro, sono improvvisamente d'accordo sull'urgenza della questione carceraria. E un intervento lo chiedono proprio tutti: magistrati e avvocati, vescovi e sindacalisti, poliziotti e cappellani. «Vergogna!», tuona il premio Nobel Dario Fo. «L'avevamo detto», ripetono i Garanti dei detenuti dal Lazio alla Sicilia.
Ma quello che potrebbe essere considerato il vincitore della battaglia, il leader radicale Marco Pannella, continua lo sciopero «della fame e non della sete» per l'amnistia. E spara a zero su Napolitano, «massimo responsabile della flagranza di reato dell'Italia», come su Monti, Bersani e «...

il leader berlusconiano Bobo Maroni» che, almeno adesso, dovrebbero interrompere quest'«infamia da Quinto Mondo».

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