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Caso Idem, il guaio è doppio Spunta pure l'abuso edilizio

Nuovi accertamenti del Comune di Ravenna sulla casa palestra del ministro: l'immobile accatastato come abitazione

Caso Idem, il guaio è doppio Spunta pure l'abuso edilizio

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, dice di avere «fiducia in quello che il ministro Josefa Idem ha spiegato». Non è molto, ma è sufficiente perché lo scandalo degli immobili dell'olimpionica di canoa resti lontano dal governo, almeno per ora. La faccenda non si placa. Aumentano le interrogazioni, in Parlamento e al comune di Ravenna dove sono stati compiuti gli abusi. Starebbe per arrivare un esposto alla Procura della città romagnola. Cresce il numero di chi vuole le dimissioni del ministro dello Sport e delle Pari opportunità: la Lega ha pronta una mozione di sfiducia individuale.

«Fosse successo nella Germania dov'è nata, il ministro Idem sarebbe già stata licenziata», tuona il leader del Carroccio, Roberto Maroni. Il nodo, oltre che nel denaro sottratto al fisco, sta nelle false dichiarazioni rese all'amministrazione. I controlli disposti in questi giorni dal Comune di Ravenna, dove Idem è stata assessore allo Sport, hanno accertato due tipi di irregolarità: l'illecito tributario e l'abuso edilizio.

Il primo è legato al fatto che la canoista plurimedagliata ha fissato la residenza in un luogo diverso da quello in cui vive con il marito e i figli. È un immobile a due piani in Carraia Bezzi 104 a Santerno, comune di Ravenna: al piano terra c'è l'attrezzatissima palestra JaJoGym pubblicizzata come «una bomboniera immersa nel verde» sul sito internet www.gguerrini.com. Guglielmo Guerrini è il nome del coniuge della Idem e suo ex allenatore. Dal 2008 al 2011 il ministro avrebbe dovuto pagare l'Ici su tale immobile, ma non l'ha fatto sfruttando l'esenzione prima casa introdotta dall'odiato governo Berlusconi. Un'elusione che ammonterebbe, secondo i calcoli del Resto del Carlino, a circa 5mila euro.

Nel 2012, quando Mario Monti ha introdotto l'Imu, Idem ha pagato la quota relativa alla prima casa invece che a un immobile destinato ad attività sportiva e commerciale. Il 4 febbraio scorso, senza modificare la residenza, ha presentato la dichiarazione in cui indica «nucleo familiare nella residenza del marito» e il 5 giugno ha pagato il ravvedimento operoso. Che coincidenza: tre giorni prima la Voce di Romagna aveva sparato in prima pagina lo scandalo. Il tutto risulta da relazioni che il sindaco non voleva divulgare per ragioni di riservatezza.
Ma il peggio è che la palestra risulta abusiva. L'immobile che la ospita è accatastato come abitazione. I locali risultano come taverna, studio, soggiorno, sala attrezzi. Alcune opere edili sono prive di autorizzazione. Soprattutto, però, manca la richiesta di conformità edilizia e agibilità. Il Comune rileva un «cambio d'uso senza opere, quindi un restauro e risanamento conservativo realizzato in assenza di Segnalazione certificata inizio attività». I proprietari, bontà loro, dopo il sopralluogo avvenuto l'11 giugno scorso si sono detti disponibili a sanare gli abusi.

Soltanto dopo lo scoppio dello scandalo l'amministrazione di Ravenna ha verificato la situazione patrimoniale del suo famoso ex assessore. In precedenza il Comune ha concesso il patrocinio a iniziative sportive promosse dall'Associazione sportiva dilettantistica Canoa Kayak Standiana (operativa nella sede di Carraia Bezzi) e ha inserito la JaJoGym tra gli impianti sportivi raccomandati nelle guide alle attività ricreative comunali. Nel sito internet della palestra appare anche una fotografia di Sefi Idem assieme all'ex sindaco Vidmer Mercatali, il primo cittadino che la volle assessore, in mezzo agli attrezzi sportivi della palestra che esibiscono il marchio di una famosa azienda del fitness della zona.

Tasse non pagate. Abusi edilizi. Attività sportive non autorizzate. Dichiarazioni non conformi. Un ravvedimento operoso e la disponibilità a una sanatoria, peraltro soggetta alla valutazione degli uffici comunali. Poiché la palestra è affittata ad associazioni, sarebbe interessante leggere gli estremi catastali riportati nel contratto di locazione.

E siccome la palestra è sconosciuta al catasto, c'è anche il sospetto che al fisco non siano state nascoste soltanto le quote Ici.

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