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Il Cav sfida il Colle: guiderò Forza Italia alle consultazioni

Berlusconi al Colle dopo le tensioni su decadenza e golpe: vediamo se il Presidente della Repubblica mi guarderà negli occhi

Il Cav sfida il Colle: guiderò Forza Italia alle consultazioni

Lo considera «uno spettacolo indegno». Ed è soprattutto per questa ragione che preferisce restarne fuori e ormai da alcuni giorni ben si guarda dal rilasciare dichiarazioni. Lo farà probabilmente stasera, quando ad Oristano è atteso per chiudere la campagna elettorale di Ugo Cappellacci che si ricandida alla presidenza della Regione Sardegna. Ma soprattutto nel week end, quando si terranno le consultazioni al Quirinale. Dove sarà proprio Berlusconi a guidare la delegazione di Forza Italia insieme ai capigruppo di Camera e Senato Brunetta e Romani. Un vero e proprio gesto di sfida a Napolitano.

Sarà, infatti, un faccia a faccia diverso da tanti altri. Non solo perché i due si rivedranno per la prima volta dopo che le interviste di Friedman a Monti, De Benedetti e Prodi hanno messo nero su bianco quello che il Cavaliere va teorizzando da tempo sulla sua caduta nel 2011, ma soprattutto perché per la prima volta dopo il voto sulla decadenza Berlusconi assolverà in pieno un compito strettamente istituzionale e, peraltro, di altissimo livello come le consultazioni. Un modo per dire che se in Parlamento non ci mette più piede, altri passi indietro non è disposto a farli.

Un approccio che sul Colle ha creato qualche imbarazzo. Non solo perché Napolitano teme che la questione della caduta di Berlusconi nel 2011 possa durante l'incontro diventare argomento (spinoso) di conversazione, ma pure perché il capo dello Stato sa bene che il Cavaliere che esce dal celebre studio della Vetrata davanti a fotografi e teleoperatori è un immagine che per molti versi conferma quanto il leader di Forza Italia sia per nulla archiviato e ancora al centro della scena. Forse più della visita alla sede del Pd di Largo del Nazareno per il faccia a faccia con Renzi sulle riforme.

Non è un caso che alle timide obiezioni del Colle Berlusconi abbia risposto facendo spallucce. Sul fatto che sia io il leader di Forza Italia – è il senso del suo ragionamento – non mi pare nessuno abbia dubbi e dunque non si capisce perché non dovrei guidare io la delegazione. D'altra parte, impedimenti giuridici (come sulla sua permanenza in Parlamento) questa volta non ce ne sono. E dunque al Quirinale se ne dovranno fare una ragione. Per Napolitano, insomma, un vero e proprio schiaffo. Forse persino con un pizzico di soddisfazione dopo quanto accaduto negli ultimi anni e, soprattutto, negli ultimi giorni. Vediamo, si è lasciato andare ieri in una conversazione privata, se mi guarderà negli occhi dopo aver provato in ogni modo a farmi fuori e non esserci riuscito.

Un Berlusconi che spinge sull'acceleratore, dunque. D'altra parte, che il leader di Forza Italia non abbia alcuna intenzione di mollare non è un mistero. Anzi – è una delle riflessioni fatte ieri a Palazzo Grazioli – forse i poteri forti hanno pressato per archiviare Letta proprio perché hanno temuto che un voto nel 2015 potesse vederlo vincitore. Di qui la staffetta con Renzi che nei desiderata dovrebbe durare fino al 2016 o, magari, fino al 2018. Così fosse, è chiaro, per il Cavaliere potrebbe essere un problema. Ma per il momento continua a restare in prima fila, al punto dal volersi comunque candidare alle Europee di maggio e aspettare che gli Uffici elettorali gli respingano la candidatura (in base alla Severino).

Verso il nuovo governo Renzi, invece, approccio ragionevole. «Forza Italia farà un'opposizione responsabile e – dice Giovanni Toti – voteremo i provvedimenti che riterremo utili per il Paese». E aggiunge: «Continueremo invece a dare il nostro appoggio alle riforme, a partire da quella elettorale. Anche se ci chiediamo cosa possa avere di così nuovo un governo che nasce con le stesse forze politiche e probabilmente anche qualche ministro uguale a quello di prima a parte un premier che aveva promesso non sarebbe andato a Palazzo Chigi senza il voto degli italiani». La sua, dice Toti, «è la prima promessa non mantenuta». «Lo aspetto alla prova dei fatti», chiosa il Cav a sera incontrando i big di Forza Italia a piazza San Lorenzo in Lucina.

«Noi faremo opposizione patriottica».

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