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Il Cavaliere è già ineleggibile. I grillini: "Pronti a cacciarlo"

Il Senato dovrà votare sull'interdizione legata alla condanna. Il presidente M5S della Giunta: "Chiederemo il voto segreto"

Il Cavaliere è già ineleggibile. I grillini: "Pronti a cacciarlo"

Roma - Mezz'ora dopo la lettura della sentenza, Epifani già annuncia che l'altra lama della tagliola si stringerà presto addosso a Berlusconi. Il segretario del Pd è tranchant: «La sentenza della Cassazione non solo va rispettata ma va anche eseguita e resa applicabile. E a questo si uniformeranno i nostri gruppi parlamentari». E ancora: «Il Pd rispetta la separazione tra i poteri e chiediamo al Pdl rispetto verso la magistratura e di non fare forzature istituzionali dopo una sentenza basata sull'accertamento dei fatti e non su pregiudizi». In pratica il Pd annuncia che, in Senato, voterà l'interdizione per Berlusconi e chiederà al Pdl di fare altrettanto. Immediata la risposta di Schifani e Brunetta: «Epifani porti rispetto alla storia politica del Pdl, ai milioni di italiani che ci hanno votato e al suo leader Silvio Berlusconi, condannato ingiustamente a 4 anni».

In pratica, entro 24 ore dalla sentenza, il dispositivo della stessa verrà spedito sia alla Procura di Milano, sia a Palazzo Madama. La camera d'appartenenza di Berlusconi dovrà pronunciarsi sull'interdizione a maggioranza e a voto segreto ma le parole di Epifani non lasciano spazio ad equivoci. Il partito si muoverà per cacciare il Cavaliere dal mondo politico. L'articolo 66 della Costituzione lo dice chiaro: «Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità». E la condanna passata in giudicato è una causa sopraggiunta di ineleggibilità e incompatibilità. Sui tempi, è chiaro che Berlusconi dovrà attendere il nuovo giudizio della corte d'Appello di Milano perché la Cassazione ha stabilito che il conteggio relativo all'interdizione è da «ridefinire».

Al di là dell'aspetto tecnico-giudiziario, con la pena principale immediatamente esecutiva (anche se non è peregrina l'ipotesi di una sospensione in attesa della pena accessoria), il caso di Berlusconi adesso esplode dal punto di vista politico. Dario Stefàno, presidente della Giunta delle elezioni di Palazzo Madama ed esponente di Sel, già ringhia: «C'è una condanna superiore ai due anni, per cui scatta comunque l'incandidabilità e quindi della vicenda Berlusconi ne saremo investiti». Quindi spiega la procedura: «Appena ci notificheranno la sentenza - dice il senatore all'Ansa - la Giunta si riunirà e si procederà con le stesse modalità già avviate per l'ineleggibilità. Il relatore farà la sua proposta e la Giunta dovrà decidere in camera di consiglio. La decisione della Giunta poi dovrà passare il vaglio dell'Aula e basterà che 20 senatori lo chiedano e ci sarà il voto segreto». Anche il grillino Vito Crimi non vede l'ora di buttare fuori Berlusconi dal Parlamento: «È un condannato. E ora è vergognoso che possa sedere in Parlamento». E ancora: «Vedremo - aggiunge - che posizione prenderanno i suoi alleati. Ma dev'essere dichiarato decaduto».

Cosa faranno gli altri partiti? E il Pdl? Presto per dirlo. La botta della Cassazione è appena arrivata e la questione dell'interdizione ora sembra essere marginale. Qualche esponente del Pd dice che lo stesso Cavaliere potrebbe dare ordine ai suoi di non votare contro l'interdizione come sorta di beau geste ma questa lettura sembra più una speranza piddina.
Qualcuno ricorda invece la battaglia, combattuta dal Cavaliere, in campagna elettorale. In fase di compilazione delle liste, proprio Berlusconi fu fautore della linea dura sul fronte delle liste pulite.

«Fuori chi ha problemi con la legge», disse.

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