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Il Cavaliere tira dritto: chi non è con me è fuori

Berlusconi replica alle colombe invocando l'unità di Forza Italia. E a Napolitano fa sapere che non farà passi indietro: "Il Letta-bis non ci interessa, elezioni subito"

Il Cavaliere tira dritto: chi non è con me è fuori

«È il momento delle scelte». Silvio Berlusconi fa un passo in più e ai molti dubbiosi che nel Pdl e nel governo ancora non hanno le idee chiare risponde in maniera netta. «L'unità del partito è il bene primario da preservare. O si è dentro oppure si è fuori», è il senso dei suoi ragionamenti. Per il Cavaliere non è tanto una questione di falchi e colombe. E il punto non sono le molte telefonate ricevute nella giornata passata ad Arcore, né quelle di chi predica cautela e neanche quelle di chi lo pressa per strappare.

La discriminante delle ultime ore è infatti piuttosto scontata. E sta in un accordo che aveva portato alla nascita del governo Letta e che non è più stato rispettato. Un'intesa che prevedeva una «soluzione» alle tante questioni in ballo e che invece è finita in uno scontro istituzionali senza precedenti. Con Giorgio Napolitano – questo è il senso di quel che dice in privato il Cavaliere – che pensava davvero che alla fine mi sarei fatto da parte, che si era illuso di potermi far fuori con le buone maniere e un educato sorriso. Invece no, l'ex premier ha ben chiaro che l'unica certezza è quella che non farà passi indietro, non arretrerà.

Sì, dunque, allo scontro frontale. Con buona pace delle colombe, di Angelino Alfano e di chi pensava davvero che Berlusconi si sarebbe fatto mettere all'angolo e allo stesso tempo avrebbe pure applaudito. «Neanche Ricucci», ironizza un ex ministro del Pdl molto vicino al Cavaliere evocando l'ormai leggendaria frase «so' tutti bravi a fare i froci con il culo degli altri». Già, perché l'ex premier non ha intenzione di mollare. Anzi, è deciso ad andare avanti. E quando in giornata si sparge la voce che i ministri del Pdl stanno «trattando» per un eventuale bis la sua risposta è tranchant: «Il Letta bis è un'ipotesi che non mi riguarda e a cui pensa solo il Pd». Per il Cavaliere, insomma, una strada non percorribile.
Un Berlusconi che nonostante il clima teso e le ore delicate dello strappo è comunque di umore discreto. Ad Arcore, infatti, nel giorno dei suoi 77 anni i figli gli avrebbero consegnato una lettera per dirgli di essere dalla sua parte senza incertezze. Al di là delle mille polemiche, insomma, la famiglia è decisamente schierata con il Cavaliere che – così pare - alla lettura della missiva si sarebbe commosso.

Un Berlusconi sul piede di guerra, che oggi potrebbe andare in tv a Quinta colonna da Paolo Del Debbio. Che - dice in un collegamento telefonico con una kermesse napoletana di Forza Italia organizzata da Mara Carfagna e Francesco Nitto Palma – non è affatto «stanco di combattere», anzi è «in piena forma». E ancora: «Dopo 59 notti ho dormito per 10 ore filate». Insomma, «sono pronto a riprendere la battaglia». Un Cavaliere all'attacco che dopo la rottura di venerdì non vede altre vie d'uscita. «I miei problemi personali non hanno avuto peso nelle mie decisioni politiche», spiega il leader di Forza Italia. «Tutto quello che ho deciso - insiste - l'ho deciso e fatto per il bene del Paese». Un Cavaliere che ricorda che per mesi si è battuto in prima persona per inserire nel programma di governo «i provvedimenti che riducessero la pressione fiscale».

«Ci siamo trovati di fronte ad una sinistra che non concepisce altro che mettere le mani nelle tasche degli italiani - attacca Berlusconi – e questi signori della sinistra hanno sempre gli stessi brutti vizi».

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