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La cupola delle porcate

Le toghe interdicono il Cav e brindano. Il presidente di Confindustria: la manovra? Porcheria, ma vogliamo bene a Letta

La cupola delle porcate

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha definito ieri la manovra economica del governo «una porcata» inutile per il Paese. Ma ha aggiunto: guai a fare cadere Letta. Gli industriali, o almeno i vertici del costoso carrozzone che li dirige, lanciano il sasso ma tolgono la mano. Del resto la Confindustria di Squinzi fa parte di quella cupola di non eletti che ha preso il potere e paralizzato il Paese inchiodandolo alla non crescita. Ne fanno parte, a vario titolo e peso, il presidente Giorgio Napolitano, diversi banchieri e la magistratura tutta. Così, mentre chiedono a noi di subire in silenzio la «porcata» economica del governo Letta (quella che piace tanto a Obama, che tanto lui le tasse le paga in America), ieri ne hanno messo a segno un'altra. Mi riferisco alla sentenza del tribunale di Milano che, a tempo di record, condanna Silvio Berlusconi a due anni di interdizione dai pubblici uffici (leggi da senatore). È un cascame del processo che ha portato alla condanna definitiva dell'ex premier a quattro anni di carcere e che dovrà essere confermato in Cassazione. È questione, al massimo, di un paio di mesi e si aggiunge alla pena della decadenza per via politica che il Parlamento dovrà votare in base alla legge Severino. Due pene per lo stesso reato, insomma, di cui una (quella Severino) retroattiva e quindi palesemente incostituzionale.

I magistrati non stanno più nella pelle dalla contentezza. Michele Vietti, oscuro deputato Udc diventato capo del Csm (cioè della magistratura italiana) grazie all'appoggio di Berlusconi, è addirittura euforico: siamo arrivati prima della politica a fare fuori il Cavaliere, ha dichiarato ieri mettendosi al petto la medaglia di boia dell'anno.

Festeggiano, i magistrati, e non nascondono la soddisfazione: nel Paese comandano loro. Napolitano si adegua, tace e forse benedice. A Confindustria, che pure paga con sangue innocente la malagiustizia (vedi caso Scaglia), va bene così.

Rimanere nella cupola per fare gli affari propri (la chiamano «stabilità») val bene chiudere gli occhi di fronte a porcate di ogni ordine e grado.

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