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La Chiesa in due mesi ha già cambiato lingua

Linguaggio diretto, frasi, slogan, parole insolite. Il Papa fa la rivoluzione. Con la semplicità

La Chiesa in due mesi ha già cambiato lingua

Una Chiesa viva e concreta, non un'istituzione astratta, né tanto meno una ong. E un cristiano gioioso e coraggioso, che abbia la forza di andare, se necessario, anche controcorrente. In appena due mesi al Soglio di Pietro, Papa Francesco traccia le linee guida del suo Pontificato, attraverso messaggi-slogan che suonano come un vero e proprio manifesto programmatico. Jorge Mario Bergoglio è diretto, schietto, trasparente e utilizza un linguaggio insolito per un Pontefice. Come quando afferma che «Dio non è un Dio-spray» o che «il confessionale non è una tintoria», o infine che le suore non sono «zitelle». Nel «manifesto» del Pontefice argentino c'è spazio per una riscoperta di Dio, di una fede viva e di una Chiesa rinnovata. Messaggi che giungono dirompenti al cuore dei fedeli, attraverso twitter o nelle messe mattutine che il Papa celebra nella Casa Santa Marta, dove ancora risiede.

La Chiesa che sogna Francesco

Quella che sogna Francesco è una Chiesa vicina alla gente, non un luogo dove costruire una fede fai-da-te, e soprattutto un'istituzione che fa solo carità e assistenzialismo. Ma deve essere una comunità viva, rinnovata, dove si respira l'amore di Dio. Il Papa si sofferma su questo concetto in più occasioni ad indicarne l'urgenza di rinnovamento. «Senza Gesù la Chiesa è soltanto una Ong», ha osservato nella sua prima messa nella Cappella Sistina. «Quando la Chiesa vuole vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po' burocratica - ha aggiunto - la Chiesa perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una ong. Ma la Chiesa non è una ong. É una storia d'amore».
Una Chiesa, dunque, che come una mamma prende per mano i suoi figli, i fedeli, e li accompagna nel cammino della vita. Ma attenzione, avverte il Papa, a non confondere la mamma con la baby-sitter. Perché quando i cristiani annunciano Gesù «con la vita, con la testimonianza e con le parole» allora la Chiesa «diventa una Chiesa Madre che genera figli». «Ma quando non lo facciamo - osserva Francesco - la Chiesa diventa non madre, ma la Chiesa-babysitter, che cura il bambino per farlo addormentare. É una Chiesa sopita».

L'identikit del cristiano doc

Coraggioso, gioioso, che abbia la forza di andare controcorrente. Dalle omelie di Papa Francesco si delinea con forza l'identikit del cristiano doc. Che deve annunciare il Vangelo con convinzione, e non essere - dice il Papa - «un cristiano tiepido». «Scommettete la vita per grandi ideali - ha detto rivolgendosi in particolare ai giovani - non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, allora andate oltre, giocate la vita per grandi ideali». «Il Signore ci dà il coraggio di andare controcorrente: questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio». Il Papa si sofferma poi su un'altra caratteristica che deve appartenere al cristiano: quella della gioia, che non significa allegria. «Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. L'allegria è buona, rallegrarsi è buono - ha spiegato Francesco - ma la gioia è di più, è un'altra cosa. É una cosa che non viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più profonda». Il Pontefice argentino sa che il tempo, per i cristiani, non è dei migliori. Le persecuzioni, l'oppressione delle minoranze, il relativismo, sono sempre dietro l'angolo. E l'invito, per i cristiani doc, è di avere «il coraggio di rispondere al male col bene».

In quale dio credere?

Papa Francesco invita a vivere la fede non come un concetto astratto ma a riscoprire la bellezza di un Dio che è persona concreta. Per questo Bergoglio esorta i cristiani a ristabilire un legame saldo con la preghiera. «La vera preghiera - ha detto - ci fa uscire da noi stessi e ci apre al Padre e ai fratelli più bisognosi».
E nuovamente, con un linguaggio diretto, il Papa ricorda che Dio è «una persona concreta, un Padre». «Quante volte - ha affermato in una delle messa celebrate a Santa Massa - tanta gente dice in fondo di credere in Dio, ma in quale Dio? Un Dio diffuso, un Dio-spray, che è un po' dappertutto ma non si sa cosa sia, una presenza impalpabile, un'essenza nebulizzata che si spande intorno senza sapere bene cosa sia. Dio è Persona concreta, è un Padre, e la fede in Lui nasce da un incontro vivo, di cui si fa esperienza tangibile».
Un Dio, insomma, che è anche misericordioso perché perdona e accoglie i suoi figli peccatori. «Tante volte pensiamo che andare a confessarci sia come andare in tintoria per pulire la sporcizia sui nostri vestiti. Ma Gesù nel confessionale - ha sottolineato il Papa - non è una tintoria».

Confessarsi «è un incontro con Gesù, che ci aspetta come siamo».

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