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"Contestazione infondata". I giudici archiviano anche la posizione di Fontana sul Covid

Archiviata la posizione del governatore della Lombardia nella gestione dell'epidemia Covid

"Contestazione infondata". I giudici archiviano anche la posizione di Fontana sul Covid

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Il Tribunale dei Ministri di Brescia ha archiviato le accuse di epidemia e omicidio colposi per la gestione della pandemia Covid a carico del governatore lombardo Attilio Fontana e altri indagati. Lo stesso tribunale ha rimandato gli atti alla Procura solo per un'accusa di rifiuto di atti d'ufficio, ossia per non aver applicato il piano antinfluenzale del 2006, a carico di Silvio Brusaferro, Angelo Borrelli, Claudio D'Amario, in qualità di tecnici, e dell'ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera e dell'ex dg Luigi Cajazzo.

Dopo l'archiviazione di Giuseppe Conte e Roberto Speranza, anche per il governatore della Lombardia e per tutti gli altri sono cadute le accuse, come da richiesta della procura bresciana, che avrebbe però voluto la stessa sorte anche per Giulio Gallera e per gli altri che, però, per quell'unica imputazione rimasta, restano indagati. Il provvedimento con il quale è stata archiviata la posizione di parte degli indagati è lungo 34 pagine ed è relativo a quattro capi di imputazione che riguardavano le accuse di epidemia e omicidio colposi. Accuse che erano state contestate anche a Fontana, il quale, difeso dai legali Jacopo Pensa e Federico Papa, aveva deciso anche di farsi interrogare nelle scorse settimane.

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, "alla luce dei dati conosciuti e conoscibili, ha operato nel solco di quanto previsto dal decreto-legge n. 6 del 2020 e ha correttamente fornito al Governo i dati a sua disposizione". E, ad ogni modo, "la competenza" ad adottare provvedimenti come la zona rossa "era, in prima battuta, del presidente del Consiglio". Così scrivono i giudici del Tribunale dei ministri, perché la Regione, "salvi casi eccezionali, non avrebbe potuto adottare tali provvedimenti senza confrontarsi con il governo, dovendo simili misure essere inquadrate nell'ambito di una gestione dell'epidemia unitaria e non frammentaria ed episodica". Sotto questo profilo, "la contestazione al presidente della Regione Lombardia di non aver introdotto la zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano è, anche astrattamente, infondata".

Per tutti quelli per i quali è stata ottenuta l'archiviazione, la decisione del giudice si è basata, come si legge nel dispositivo, sulla "insussistenza dei reati".

Gallera e Cajazzo, insieme a Brusaferro, Borrelli e D'Amario, dovranno rispondere per la mancata applicazione del piano pandemico dell 2006 e per loro il Tribunale dei Ministri di Brescia ha deciso "la restituzione degli atti al Pubblico ministero affinché proceda nelle forme ordinarie", poiché in questa accusa "non è stato ipotizzato alcun concorso di componenti del governo", quindi di Giuseppe Conte e Roberto Speranza, presidente del Consiglio e ministro della Salute all'epoca dei fatti.

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