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Contro i due marò in India pure la guerra delle spille

L'iniziativa è della Marina, lo indossa anche il ministro Di Paola. Ma il sindacato Rai se la prende con i conduttori di tg in onda col nastro giallo di solidarietà

Contro i due marò in India  pure la guerra delle spille

Roma - La guerra dei fiocchi era partita come iniziativa di pace. Il primo nastro era stato esposto qualche giorno fa dalla Marina Militare sul proprio sito Internet con la scritta «Support our marines», e sotto l’appello: «Non lasceremo soli i nostri fucilieri!», in solidarietà con i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, prigionieri in India. Tempo una settimana e i fiocchi sono oggetto di polemica dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che mette in croce alcuni conduttori del Tg 1 rei di aver indossato la spilletta. Perché hanno esposto la coccarda per i marò e non per Rossella Urru, la cooperante rapita in Algeria?, chiede l’Usigrai in un lungo comunicato.
Lunedì era stata la vicedirettrice Susanna Petruni la prima ad indossare il fiocco giallo sul petto, e davanti al video aveva spiegato: «Apriamo questa edizione con un segno di solidarietà con i nostri connazionali detenuti in India dal 19 febbraio».
Non solo lei, ma moltissimi giornalisti del Tg 1 hanno quindi esposto in studio il simbolo lanciato dalla Marina. E il fiocco sta letteralmente spopolando in rete: se ne parla su Facebook e su Twitter. Mercoledì il ministro della Difesa Giampolo di Paola lo ha esposto in aula alla Camera durante il dibattito sul decreto ambiente. Lo stesso ha fatto il sottosegretario Gianluigi Magri.
Il fiocco racchiude molti significati, non è solo un logo militare. È legato al battaglione San Marco, da cui provengono Latorre e Girone, ma, ricorda la Marina sul sito, «l’usanza di legare un nastro giallo intorno a un albero per simboleggiare l’attesa di un amore partito risale ai tempi di Nerone».
Del nastro giallo come metafora di attesa di un amore lontano parlano moltissime canzoni americane, una delle quali arrangiata in versione italiana da Domenico Modugno: Appendi un nastro giallo. Ma il logo della nostalgia per chi è partito divenne negli anni Settanta l’emblema di sostegno ai soldati americani ostaggio in Iran e poi, durante le due guerre del Golfo, simbolo per chiedere il ritorno dei militari dalla guerra.
L’Usigrai l’ha presa però davvero male. Il nastrino esposto in tv richiedeva una maggiore collegialità: «Sul fiocco giallo per i marò che indossano i conduttori di alcuni tg, iniziativa a quanto pare della Direzione generale della Rai, avremmo gradito essere interpellati», la puntualizzazione. Il fiocco è stato tra l’altro mostrato anche su Sky e sulle reti Mediaset. La Marina lo chiama «un faro di riferimento per quanti si sentono vicini ai nostri due connazionali». Ma il sindacato vede la minaccia di una possibile discriminazione:«Poiché siamo tutti dalla parte dei militari italiani che svolgevano il loro dovere in acque internazionali - precisa la nota - avremmo suggerito semplicemente di trovare un segno che mettesse insieme il caso che li riguarda con quelli di Rossella Urru e degli altri italiani sequestrati all’estero. Sarebbe stato un modo da Servizio pubblico per tenere insieme tutte le sensibilità».
Almeno tre o quattro fiocchi dovrebbero insomma essere mostrati sul petto dai conduttori, per non far torto a nessuno. Anzi cinque: «Fin d’ora - conclude il comunicato Usigrai - chiediamo per il primo maggio un fiocchetto bianco che ricordi le morti sul lavoro e susciti una riflessione che spinga sempre più a prevenirle».
Il fiocco giallo non sembra in realtà essere marcato da connotazioni politiche. È stato appena esposto al consiglio regionale della regione Puglia (patria dei marò), guidata da Nichi Vendola, di Sinistra e Libertà.

L’iniziativa è stata del consiglio e non della giunta, ma il nastro simbolo dell’attesa per il ritorno è comparso anche a Bari.
La stessa decisione è stata assunta dalla Cisl Puglia, che hainserito il fiocco giallo sul sito Internet.

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