Politica

Dalle unioni civili al quartiere a luci rosse: i falsi miti dei sindaci arancioni

A Napoli De Magistris vuole regolamentare la prostituzione. È l'ennesimo strappo di un sindaco "arancione". Il cardinale Sepe: "Argomenti per cui mancano leggi nazionali"

Ma con tutti i problemi che ha una città di Napoli è mai possibile che il sindaco Luigi De Magistris perda il suo tempo dietro al quartiere a luci rosse? Prostitute, night club e sexy shop. È questo il progetto di Giggino che, da qualche settimana a questa parte, continua a ripetere in televisione e sui giornali che tra le misure che ha in testa per rilanciare il capoluogo partenopeo c'è, appunto, quella di creare una zona ad alto contenuto erotico e un "parco dell'amore" per i giovani senza casa. Insomma, Napoli come Amsterdam. "Le luci rosse sono fatte solo per abbagliare e ingannare, senza risolvere i problemi reali della nostra gente", commenta l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che coglie l'occasione per sollecitare il primo cittadino ad affrontare problemi ben più importanti. Dopo l'albo per le uninioni civili istituito da Giuliano Pisapia a Milano, è l'ennesimo strappo (prettamente ideologico) di un sindaco "arancione". Ma l'arcivescovo di Napoli fa subito notare: "Sono tutti argomenti per i quali mancano leggi nazionali".

La proposta del sindaco dipietrista ha già scatenato un pandemonio in tutta la città. Tanto che i napoletani hanno già iniziato a storcere il naso. Trasformare Napoli in un'Amsterdam in salsa partenopea proprio non piace. Non solo perché il capoluogo campano ha una lista lunghissima di problemi ben più importanti da risolvere prima, ma anche perché nessuno vorrebbe un "quartiere a luci rosse" a casa propria. "Qui non si tratta di chiudere gli occhi di fronte a una realtànon gradevole. Si tratta, piuttosto, di tenere gli occhi ben aperti", ha detto il cardinale Sepe dall’altare della chiesa di San Gregorio Armeno in occasione della festa liturgica di Santa Patrizia. "Nessuno pretende soluzioni miracolose di problemi antichi e recenti, aggravati ora da una crisi economica senza precedenti, ma neppure si può pensare che, non potendo fare miracoli, ci si può lasciare andare alle frivolezze", ha continuato l'arcivescovo accusando apertamente il sindaco di voler "offrire alla immaginazione altrui una Napoli surreale, virtuale, nella quale, soddisfatta ogni preoccupazione, si possono affrontare questioni come il registro delle coppie di fatto, come il testamento biologico e, ora, come la prostituzione". Argomenti per i quali mancano leggi nazionali. Addirittura, per le "case a luci rosse", esiste una legge del 1958 che vieta la regolamentazione della prostituzione e che, pertanto, non va ignorata, anzi dovrebbe essere rispettata.

Napoli e Milano sembrano legate da un fil rouge. Dal quartiere a luci rosse al registro per le unioni di fatto, dal testamento biologico all'apertira delle "stanze del buco": i sindaci arancioni stanno cercando di "realizzare" tutti i falsi miti della sinistra radicale. Dopo aver approvato l'albo delle coppie di fatto (albo che non ha alcun valore legale), il sindaco Giuliano Pisapia è alle prese con le proposte dei Radicali di aprire locali da mettere a disposizione dei tossicodipendenti per potersi "bucare" in tranquillità. A Milano difficilmente le "stanze del buco" vedranno la luce. I democratici si sono subito schierati contro. Tuttavia, l'avvocato milanese sta facendo scuola. Anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, partecipando a luglio al Gay Pride, ha appoggiato"l'istituzione del registro delle unioni di fatto" dal momento che "ci sono esigenze e diritti che meritano un riconoscimento". È la carica dei sindaci "arancioni" che preparano lo sbarco su Roma. Le battaglie ideologiche, combattute sulla pelle dei cittadini, non hanno infatti alcun valore legale, ma vengono usate come ariete per dare una scossa ai partiti.

Un assaggio di quello che toccherà all'Italia qualora la sinistra radicale dovesse andare al governo.

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