Politica

De Magistris, il giustizialista con la giunta piena di indagati

La triste fine di Giggino, che da pm metteva sotto torchio i politici e ora a Napoli deve difendere i suoi (tanti) assessori finiti nel mirino delle toghe

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris
Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris

Napoli - Gli ultimi due (la settimana scorsa) a finire sul «taccuino» dei pm (iscrizione nel registro degli indagati) sono stati il potente vicesindaco, Tommaso Sodano, uomo forte della giunta capeggiata da Luigi de Magistris e l'assessora, senza deleghe (ha rimesso quella allo Sport), Pina Tommasielli, l'unica reduce - con il rifondaiolo Sodano - della prima giunta di Giggino. Tutti gli altri arancioni della prima ora, una dozzina, fatti fuori o dimessisi non senza polemiche. Anzi, in qualche caso, con molti strali inviati all'ex pm d'assalto.
Tommaso e Pina non sono gli unici due esponenti della giunta orange ad essere finiti in due distinti fascicoli aperti dalla Procura di Napoli. Ce ne sono altri. Il senatore Pdl Augusto Minzolini, già direttore del Tg1, lo ha rilevato e twittato. «Comune di Napoli in giunta 10 indagati su 12. Il metodo de Magistris applicato a de Magistris. Chi di spada ferisce di spada perisce». Come dire: faceva il giustizialista, chiedeva la testa di ogni politico indagato, ne ha fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale e ora che fa? Giggino resta al suo posto. Non solo. Qualche osservatore fa notare: perché la Tommasielli ha rimesso la delega allo Sport (ma che farà a Palazzo San Giacomo se non ha incarichi?), mentre Sodano - indagato per alcune consulenze sospette - è restato al suo posto, con tutte le sue belle deleghe, come se niente fosse accaduto? Il partito del vicesindaco invoca sempre le dimissioni degli indagati degli altri partiti, ma quando a esserne colpito è uno dei suoi, fa finta di nulla. Per la sua twittata, datata 29 luglio, Minzolini si è preso un bel po' di insulti e commenti acidi: «Sono indagati, non rinviati a giudizio». Difatti l'ex direttore del Tg1 lo ha precisato: «Ci sono degli indagati in giunta». Non ha parlato di imputati.
Vale la pena ricordare che la giunta capeggiata da Giggino in appena due anni e due mesi di governo della città, è stata finora oggetto di ben cinque indagini: Coppa America, strade «scassate», pista ciclabile, le 7 multe della Tommasielli, recapitate a familiari ma, sembra, secondo la Procura, cancellate con un colpo di spugna e l'indagine per abuso d'ufficio su Sodano per un incarico concesso alla sua amica Cristina Roscia per un progetto da 50mila euro nell'ambito della campagna «Bollino blu». Giggino l'Immacolato, che da magistrato e da europarlamentare chiedeva un passo indietro a tutti i pubblici amministratori coinvolti in inchieste e incitava gli ex colleghi magistrati a colpire duramente i presunti fedigrafi è sotto inchiesta per la Coppa America e le buche. E poi c'è il suo capo di Gabinetto, l'ex colonnello Attilio Auricchio indagato per la Coppa America. De Magistris non ha mai traballato, non è mai stato sfiorato dall'idea di rimettere il suo mandato.
Il fratello di Giggino, Claudio, che senza deleghe lavora gratis a favore della giunta, è finito nel mirino della Procura per la vicenda legata alla Coppa America. Pochi benefici per la città, molto lavoro per i pm, alle prese con una indagine che vede coinvolti una mezza dozzina di potenti di Napoli, tra cui, il presidente dell'Unione industriali e il presidente della Camera di commercio, Maurizio Maddaloni. E poi, c'è l'ex assessora alla Mobilità, Anna Donati, oggi consulente dell'amministrazione arancione. Insomma, Tommasielli e Donati, due quote rosa per le quali è stato adottato il sistema dei due pesi e delle due misure. I maschietti, sindaco e vice sindaco, pure indagati, sono rimasti al loro posto.
E, intanto, Affaritaliani.it rivela che per pochi minuti sull'account Twitter di de Magistris, è comparso un tweet con le percentuali dei suoi follower suddivisi per nazionalità, ricerca basata su uno studio effettuato sul sito Twocation.com. Singolarmente è emerso che i follower italiani sarebbero solo il 57%. Dunque, poiché de Magistris non è un leader politico mondiale, sorge spontanea la domanda: da dove salterebbero fuori circa 80mila follower da Europa, Nord America e resto del mondo? Si tratta infatti di una percentuale di follower provenienti da paesi stranieri superiore anche a quella di Barack Obama. Il tweet dopo pochi istanti è stato rimosso. Alimentando ulteriori dubbi.


carminespadafora@gmail.com

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