Politica

Il delitto di Brembate Prove sempre più pesanti

Il delitto di Brembate Prove sempre più pesanti

Sul corpo e sui vestiti di Yara Gambirasio nel campo incolto di Chignolo d'Isola non c'erano soltanto tracce di sangue, ma anche peli e capelli. E il Dna dei diversi reperti organici è il medesimo, quello di «Ignoto 1», che per gli investigatori è Massimo Giuseppe Bossetti. Lo dice il professor Fabio Buzzi, uno degli genetisti che in questi mesi hanno esaminato il materiale biologico per conto della procura di Bergamo. Buzzi è responsabile dell'Unità operativa di Medicina legale e Scienze forensi dell'università di Pavia.
La notizia, lanciata ieri sera dalla trasmissione «Segreti e delitti» di Canale 5, è clamorosa. Le sole tracce di sangue provano solo un contatto tra il muratore di Mapello e la tredicenne, mentre la presenza di peli e capelli sopra il cadavere e attorno a esso è un indizio di qualcosa in più: «Ignoto 1» si trovava sul luogo del delitto. Non è un elemento che inchioda l'indagato, ma ne peggiora la posizione, anche se in serata gli inquirenti bergamaschi hanno negato l'esistenza di risultati sulla comparazione di peli ritrovati sul corpo di Yara riconducibili a Bossetti.
I risultati sulle formazioni pilifere, ha detto il professor Buzzi, «rafforzano l'altra indagine condotta collateralmente sulle cosiddette macchie, sul materiale biologico invece apposto, assorbito dagli indumenti». Agli esperti di genetica non spetta trovare l'individuo cui associare il Dna, ma semplicemente analizzare le tracce biologiche. E gli esami di laboratorio hanno stabilito che il Dna del sangue coincide in modo univoco con quello dei peli. «Questo dà maggior forza ovviamente a chi dovrà poi procedere all'identificazione personale - ha aggiunto Buzzi -. L'aver trovato tracce di materiale biologico addosso agli indumenti di Yara, oltre che formazioni pilifere apposte sugli indumenti, dà una forza intuitivamente maggiore a questi due riscontri». Poche ore dopo, Buzzi ha in parte smentito se stesso, parlando di «equivoco» e dicendo che «solo ora che abbiamo un profilo genetico completo della parte paterna e materna possiamo procedere con una comparazione adeguata».
Dalla casa di Piana di Mapello, ora posta sotto sequestro, gli investigatori hanno portato via anche tutti gli indumenti e gli accessori di colore rosso, compreso il copridivano che appare in alcune foto postate su Facebook che ritraggono Bossetti con i suoi cani: sul corpo di Yara la polizia scientifica aveva rilevato tracce di tessuto rosso oltre a frammenti di peli di animali. Smentita invece l'ipotesi che si stia dando la caccia a un complice dell'omicida.
Altre smentite vengono dai legali di Massimo Bossetti a proposito degli interrogatori di sua moglie, Marita Comi, e dell'incontro tra i due avvenuto giovedì mattina in carcere. «Alcuni organi di stampa - scrivono in una nota gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni - riportano notizie del tutto infondate o ampiamente e fantasiosamente rielaborate (non ultime in relazione alle eventuali determinazioni di questa difesa), nonché eventi anche riservati che dovrebbero, invece, non divenire pubblici, soprattutto in una fase di indagine quale quella attuale».

I difensori si riferiscono alla pubblicazione di stralci degli interrogatori della signora Comi: né lei né i difensori di Bossetti hanno copia dei verbali. Da dove sono usciti?

Commenti