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"Deriva della destra...". Il segretario Pd a Milano in piazza con gli estremisti

Il segretario del Pd a Milano scenderà in piazza con il collettivo comunista di "Cambiare rotta" contro la polizia e il governo Meloni

Foto di repertorio
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Ancora proteste in piazza da parte dei soliti collettivi di sinistra milanesi, che domenica scenderanno in piazza a Milano per manifestare contro l'azione della polizia a Pisa e a Firenze. Quegli scontri, provocati dai soliti agitatori di piazza, si sono trasformati nell'ennesimo siparietto dell'opposizione contro la maggioranza, accusata di repressione. Accuse che piovono tanto dalla sinistra politica che da quella civile, che trova ampio supporto negli esponenti di Pd e M5s, pronti a entrare nella polemica nonostante dalle parti dei collettivi comunisti si siano già espressi nel merito, accusando la sinistra parlamentare di ipocrisia. Ma, evidentemente, dalle parti del Pd di Milano vogliono rischiare ulteriori contestazioni, come dimostrano le parole di Alessandro Capelli, segretario del Pd di Milano città Metropolitana.

"Manganelli a studentesse e studenti, identificazioni a giorni alterni, disegni di legge con norme anti-dissenso. Siamo al fianco di chi scenderà in piazza domenica 3 marzo per difendere la libertà di manifestare", ha dichiarato Capelli in una nota. "Sono al fianco delle ragazze e dei ragazzi che domenica manifesteranno a Milano in difesa del diritto al dissenso. Va sempre garantito il diritto di manifestare, soprattutto in una fase storica come questa. Ricordiamo che siamo una democrazia", si legge ancora nel comunicato, che arriva dopo l'accusa da parte di "Cambiare rotta", che sta organizzando anche la manifestazione di domenica, di usare gli scontri per "riguadagnare terreno in vista delle elezioni europee". E Capelli, lanciato nella sua disquisizione ideologica, afferma che "non è tollerabile questo clima, questa deriva della destra che confonde il rispetto delle regole con una vecchia fascinazione per ordine e disciplina".

E gli studenti rossi sarebbero potuti essere più chiari quando hanno rispedito "al mittente le vergognose strumentalizzazioni del centro-sinistra e dei sindacati concertativi che fingono di avere la memoria corta". Ma Capelli, probabilmente, nemmeno si è accorto dell'ostilità nei confronti del Pd, che è la stessa sperimentata da Giuseppe Conte in piazza a Roma, convinto di fare una passerella tra gli studenti e sommerso di critiche e insulti per la sua ipocrisia. E, forse, Capelli non sa nemmeno che Cambiare rotta è sempre presente quando si verificano gli scontri violenti di piazza, le sue bandiere sono sempre tra quelle prime file che entrano in contatto con le forze dell'ordine. E probabilmente non è un caso.

Capelli, dichiara Silvia Sardone, esponente della Lega al Comune di Milano, "forse si scorda che il diritto a manifestare è sempre stato garantito, persino quando i cortei erano stati vietati dalle autorità come in occasione della manifestazione anti-Israele del 27 gennaio".

Questa a cui si sta assistendo, prosegue Sardone, non è altro che "una deriva anti-polizia che strizza ancora di più l'occhio a collettivi studenteschi, su tutti gli estremisti di Cambiare Rotta, centri sociali, anarchici e sovversivi vari".

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