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"Differenze sulla Russia". I Verdi scaricano Conte: altro flop grillino in Ue

Dopo mesi di seduzione politica continua da parte dei Cinque Stelle, la famiglia ecologista continua a fare muro su un possibile ingresso dei parlamentari grillini nel loro gruppo europeo

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Aveva fatto di tutto per sedurli in tutti questi mesi, ma alla fine questo matrimonio tra Giuseppe Conte e i Verdi europei non s'ha da fare. O così almeno sembrerebbe. Lo ha fatto bene intuire Philippe Lamberts, co-presidente della famiglia ecologista in Ue, secondo il quale con il Movimento Cinque Stelle ci sono dei "problemi di visione geopolitica". Durante una conferenza stampa tenuta a Strasburgo, il parlamentare europeo belga ha risposto a una domanda sui nodi legati all'ingresso del partito italiano nel gruppo, in particolare in relazione alla visione della guerra in Ucraina. La sua frase è stata piuttosto eloquente da questo punto di vista.

La stoccata del presidente dei Verdi europei

"Se si guardano alle posizioni che i Verdi difendono in Europa e quelle che il M5s difende in Italia, si può vedere bene quali sono i punti di convergenza o divergenza. Non serve un dottorato in scienze politiche per capirlo: guardate alla geopolitica e lo capirete". Philippe Lamberts è parecchio esplicito. La situazione tra Russia e Ucraina "è certamente parte di questo - ha aggiunto -. Ci sono state discussioni prima dell'estate" circa l'ingresso del Movimento 5 stelle nel gruppo dei Verdi. "Abbiamo bisogno di decidere sui prossimi passi". Passi che non sembrerebbero tuttavia destinata a percorrere un sentiero in comune: "Il processo però è ancora in corso, questa sera ci sarà un dibattito nel gruppo dei Verdi sulla questione del loro ingresso ma non abbiamo ancora alcuna conclusione", ha comunque ricordato.

E dire che Conte ne sta provando di ogni pur di trovare un gruppo parlamentare in cui rifugiare il suo Movimento dopo le elezioni europee del prossimo giugno. Nel marzo scorso, addirittura, aveva accettato di farsi mettere sotto torchio per quattro ore a Bruxelles dai Verdi europei in modo da convincerli della bontà della visione geopolitica dei grillini. Giuseppi si giocò anche la carte dell'abiura del fondatore: "Beppe Grillo? Abbiamo blog distinti. Lui ha il suo, il Movimento ne ha un altro. Io non sono mai stato filo-Putin". E vallo a spiegare che con il comico genovese è stato appena rinnovato il maxi-contratto da oltre 300mila euro. Senza dimenticare che, tra il 2014 e il 2019, fu proprio Grillo a essere interprete di quella linea euroscettica con la quale il partito anti-sistema aveva trovato un accordo con lo Ukip di Nigel Farage per la costituzione di un gruppo comune: un fatto che ha pregiudicato alleanze nell'attuale legislatura.

Conte all'angolo

Ancora adesso gli esponenti tedeschi del gruppo verde, storicamente contrari ad aprire le porte ai 5 Stelle, storce il naso. Il fuoco di fila delle domande poste dagli europarlamentari contro l'ex presidente del Consiglio fu senza tregua. I voti dei 5 Stelle in Parlamento in Italia contro l'invio delle armi in Ucraina, del resto, sarebbero un problema durante una possibile campagna elettorale a braccetto con la Germania, dove i Verdi sono al governo con Scholz e sono stati i primi sostenitori dell'impegno al fianco di Kiev.

Ecco perché proprio i tedeschi sono i primi a volere quantomeno prendere ulteriore tempo prima di decidere di accogliere i pentastellati al prossimo giro. "Non si sa quando il gruppo deciderà – si sussurra a Bruxelles –. Di certo, se i tedeschi non si convincono non se ne fa niente". A dimostrazione del fatto che a Berlino esiste ancora un muro.

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