Politica

Donne esaurite, panico per i sottosegretari

Nelle liste inviate dai partiti a Palazzo Chigi il rapporto a favore degli uomini è di 8 a 1

Palazzo Chigi (Wikipedia)
Palazzo Chigi (Wikipedia)

Roma - Il decreto Salva-Roma assorbe Matteo Renzi e Graziano Delrio per buona parte della giornata. Poi, ci pensa la direzione del Pd a distogliere l'attenzione del premier. E solo in serata a Palazzo Chigi è possibile fare il punto della situazione sui sottosegretari.

E, di colpo, la questione si complica. Sembra, infatti, che nelle liste di sottosegretari siano presenti troppi uomini e poche donne: una donna ogni 8 uomini. Uno schema che Renzi non condivide. Da qui, l'impasse che dovrebbe essere superato oggi dal Consiglio dei ministri. In serata erano pochi i gentleman disposti a cedere il passo alle signore. Così - rileva l'ex ministro Altero Matteoli - a cinque giorni dall'insediamento ancora non si hanno notizie certe di chi riempirà le quarantacinque/cinquanta poltrone.

A complicare (e ritardare) ulteriormente la stesura della lista avrebbe contribuito anche il malore di uno dei più stretti collaboratori di Renzi e Delrio, chiamato proprio a raccogliere i diversi curricula.

Scelta civica ha già fornito a Palazzo Chigi i propri nomi. Certi quelli di Carlo Calenda (Sviluppo economico, lato Commercio estero), Irene Tinagli (Lavoro), Ilaria Borletti Buitoni (Cultura); fuori sacco puntano anche su Domenico Rossi (un ex generale alla Difesa), su Benedetto Della Vedova (Economia). Ma, soprattutto, sull'ingresso al governo di Pietro Ichino al Lavoro.

Più articolata la situazione dentro Ncd. Sembra che durante un vertice dell'altra sera siano volate parole grosse. La lista inviata dagli alfaniani a Palazzo Chigi non avrebbe compreso Antonio Leone, ex vicepresidente della Camera. Ma lo stesso Leone precisa di non aver partecipato alla riunione. Ncd punta a confermare Luigi Casero (Economia), Gioacchino Alfano (Difesa), Enrico Costa (Giustizia), Simona Vicari (Sviluppo economico), Mario Giro (Esteri). Nel complesso, però, i nomi in carico agli alfaniani saranno decisamente di più. Carlo Giovanardi (Ncd) non ci sarà, ma ha messo ugualmente il veto su Ivan Scalfarotto al governo.

Bruno Tabacci (Centro democratico) potrebbe finire all'Agricoltura, in tal modo Pino Pisicchio dovrebbe rinunciare alle Infrastrutture.

Nutrita la pattuglia del Pd. Pierpaolo Baretta traslocherebbe dall'Economia al Lavoro (in fin dei conti è un ex sindacalista Cisl). Laura Puppato sarebbe diretta all'Ambiente. Giovanni Legnini continua a puntare all'Economia, in alternativa rimarrebbe a Palazzo Chigi con la delega per l'Editoria.

Verrebbero date in calo le possibilità per Vieri Ceriani di tornare a essere viceministro all'Economia.

Di certo, Piercarlo Padoan si dovrà circondare di sottosegretari esperti nelle dinamiche parlamentari per seguire i diversi provvedimenti economici che Renzi ha annunciato di voler presentare.

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