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Dossier, veleni e spie. La struttura parallela dentro l'Antimafia cresciuta a dismisura col grillino De Raho

Le maglie allargate dall'ex ministro Bonafede. Così la Dna è diventata un corpo fuori controllo. Quando i procuratori hanno espresso dubbi sono stati zittiti. Soltanto con l'arrivo del nuovo procuratore Melillo si è corsi ai ripari

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Come è potuto accadere che la Dna, la Procura nazionale antimafia voluta da Giovanni Falcone per combattere Cosa Nostra, diventasse il crocevia di una attività criminale di dossieraggio e di manovre giornalistiche? È questa la domanda che bisogna porsi davanti alla indagine della procura di Perugia che ha portato alla luce centinaia di accessi abusivi alle banche dati per confezionare veleni e scoop. Tutto, si è scoperto, partiva dalla struttura creata all`interno della Dna per incamerare le Sos, le segnalazioni di operazioni sospette provenienti dall`Ufficio antifrodi della Banca d`Italia. Segnalazioni che nella stragrande maggioranza dei casi non avevano niente a che fare con la criminalità organizzata, ma che all`interno della Dna sono state utilizzate per colpire il nemico di turno.

Sulle attività di questa sorta di centro occulto si stanno concentrando le indagini della procura di Perugia. Pasquale Striano, il luogotenente della Guardia di finanza scoperto a interrogare senza motivo la banca dati in innumerevoli occasioni, estraendo tra le altre sia le Sos che le dichiarazioni dei redditi di Guido Crosetto poi pubblicate da Domani, è solo un pezzo del meccanismo deviato. La caccia ai suoi complici è aperta, qualche risposta i pm l`hanno già trovata.
Il problema è che l`attività di Striano e dei suoi complici è stata resa possibile solo dalla espansione a dismisura dei poteri della Dna, nata per coordinare le indagini antimafia delle diverse Procure italiane, e divenuta un organismo inquirente non previsto da alcuna legge ma qualcosa di più, una sorta di struttura di intelligence finanziaria fuori da ogni controllo. La centosessantamila Sos arrivate ogni anno sui tavoli della Dna sono la benzina che ha alimentato questo motore deviato.

L`espansione della Dna inizia quando a dirigerla è Franco Roberti, oggi eurodeputato del Pd, ma raggiunge la sua punta massima quando diventa procuratore nazionale Federico Cafiero de Raho, ora deputato con i 5 Stelle. Il caso esplode quando il ministro grillino Alfonso Bonafede fa circolare un testo che allarga a macchia d`olio i poteri della Dna, creando la reazione di numerosi procuratori a partire dal milanese Francesco Greco, che va in Parlamento a denunciare i pericoli dell`operazione e per questo viene attaccato frontalmente da Cafiero. Greco chiede che venga spezzato il monopolio delle Sos da parte di Guardia di finanza e Dia, che anche polizia e carabinieri possano accedere al materiale utile alle indagini. D`altronde è quello che prevederebbero le direttive europee. Ma in Italia si va nella direzione opposta, il monopolio di quei dati è un potere enorme. É così che nasce la struttura parallela all`interno della Dna.

Iniziano ad accadere cose strane che solo adesso, alla luce dell`inchiesta di Perugia, assumono una spiegazione chiara. A Milano e in altre Procure si guarda con stupore e preoccupazione la facilità con cui certe Sos arrivano sui giornali, si cerca la falla negli uffici giudiziari, o nelle sezioni di polizia giudiziaria. Invece nella gran parte dei casi le Sos erano ancora ferme a Roma, al blindatissimo Ufficio antifrodi della Banca d`Italia. E nei computer della Dna, quelli dove il luogotenente Striano succhiava i segreti.

Solo con l`arrivo alla Dna di Giovanni Melillo, nuovo procuratore nazionale, si è corso ai ripari. La struttura di analisi delle Sos, quella dove lavorava Striano agli ordini del sostituto procuratore Antonio Laudati, è stata rivoltata come un calzino. Ma per anni in quelle stanze si sono accumulate fuori da ogni controllo notizie riservate. Lì si è scelto quale usare per colpire il nemico di turno. Come - secondo quanto riporta ieri la Verità - da una indagine antimafia a Roma, dal conoscente del conoscente di un indagato si arriva a Crosetto. L`esponente di Fdi non è sospettato di niente, ma le sue Sos vengono accumulate, incrociate con i dati dell`Agenzia delle entrate, trasformate in una radiografia a tutto corpo, e infine arrivano in prima pagina.

Operazione compiuta. Ma per conto di chi?

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