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Il duello tra Fitto e De Luca e i due modi di concepire il Sud

Quante minacce legali tra politici, sempre pronti a sottolineare le loro presunte buone ragioni dinanzi agli attacchi degli avversari con l'immancabile frase ad effetto: "Ti querelo per diffamazione"

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Quante minacce legali tra politici, sempre pronti a sottolineare le loro presunte buone ragioni dinanzi agli attacchi degli avversari con l'immancabile frase ad effetto: «Ti querelo per diffamazione». Di norma sono beghe di giornata che si stemperano da sole, per inerzia, come un'auto lanciata in corsa destinata a fermarsi appena si solleva il piede dell'acceleratore. Difficile che sfugga a questa regola il duello tra il governatore della Campania Vincenzo De Luca (nella foto) e il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Probabilmente non arriverà mai in tribunale la querela annunciata dal presidente campano nei confronti del ministro, che l'ha indicato come colpevole di «gravi inadempienze» sulle pratiche sui fondi per il Sud destinati alla sua Regione.

È una suggestione divertente immaginare un processo che, alla fine, incarnerebbe una concezione contrapposta del Sud da parte di due politici meridionali. Fitto e De Luca sono agli antipodi, anche nel carattere. Il ministro schivo e poco propenso a rilasciare interviste, il governatore vulcanico e incontenibile, un affabulatore che ama trascendere nel turpiloquio, arrivando a dare della «str...» alla premier Meloni.

Diverse anche le grandi partite che stanno giocano l'ex democristiano (Fitto) e un l'ex comunista (De Luca), entrambi entrati in politica da ragazzi con un impressionante curriculum di successi elettorali. Il ministro è diventato di fatto il volto del governo sul Pnrr, il piano epocale che vede l'Italia destinataria di 194,4 miliardi, con 178 obiettivi già raggiunti su 527. Il governatore, più che altro, gioca una spregiudicata partita all'interno della sinistra, con uno sguardo alla segreteria nazionale del Pd per condizionarla, se non scalarla. Ad occhio, due pesi massimi che non hanno bisogno di perdere tempo in un'aula di giustizia per picchiarsi a vicenda.

Il match non finisce qui e sarà ancora lungo.

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