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E l'alfaniano s'inventa il balzello sui vulcani

La trovata del senatore D'Alì (Ncd): ticket fino a 5 euro nelle aree dal Vesuvio all'Etna

E l'alfaniano s'inventa il balzello sui vulcani

Roma - Spunta pure la tassa sui vulcani. L'aggravante: a pretendere l'incandescente balzello è stato un senatore del Ncd, il trapanese Antonio D'Alì, alla faccia dell'alfaniano refrain del «siamo sentinelle antitasse». L'emendamento a sua firma, approvato ieri a palazzo Madama, recita che i Comuni «possono altresì prevedere un'imposta fino a un massimo di euro 5,00 in relazione all'accesso a zone per motivi ambientali disciplinate nella loro funzione, in prossimità di fenomeni attivi di origini vulcanica, ed in tal caso l'imposta può essere riscossa dalle locali guide vulcanologiche regolarmente autorizzate...». La norma è stata inserita nel provvedimento 1149, un disegno di legge dal titolo «Misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio». Il testo è di 3 articoli ma, come sempre, il legislatore ci infila una marea di commi e sottocommi che rendono la legge un minestrone con migliaia di ingredienti. Il più delle volte indigeribili. Il ddl si occupa un po' di tutto: dai debiti delle ferrovie campane ai rifiuti di Roma, passando per l'imposta di sbarco sulle isole minori. Ed è proprio qui, commi 19-20, che s'è infilato D'Alì. La legge riconosce ai Comuni che hanno sede giuridica nelle isole minori la facoltà di istituire, in alternativa alla imposta di soggiorno, una imposta di sbarco fino a un massimo di 2,5 euro. Perché quindi, s'è domandato D'Alì, non aggiungere un'imposta sul magma? Esultano i Comuni vicino a Vesuvio, Ischia, Stromboli, Lipari, Vulcano, Etna, Pantelleria e Isola Ferdinandea. Dal «leva la tassa» al «tassa la lava». Il primo a scandalizzarsi è il senatore della Lega Stefano Candiani che sbotta: «Sono matti. Il Paese ha in mano il forcone e il governo che fa? Aggiunge imposte anziché levarle. Siamo al paradosso». Candiani s'è spulciato tutto il provvedimento monstre - una lenzuolata di 40 pagine - e accusa: «I 4/5 degli emendamenti sono della maggioranza. E sono tutte mance e regalini che fanno gridare allo scandalo». Snocciola esempi su esempi, testa china sul dossier e i nervi a fior di pelle: «Qui si estendono le deroghe per l'assunzione di personale per le società in house degli enti locali per Expo 2015: un regalino ai sindacati; si danno 28,5 milioni di euro per la raccolta differenziata del Comune di Roma: e i cassonetti strabordano; e poi contributi a pioggia ai Comuni di Marsciano, Sciacca, Menfi e Frosinone: marchette da campagna elettorale permanente». Ma non è finita qui: «Un emendamento di quattro piddini recita testuale che, a proposito della Regione Lazio, “I fondi per la contrattazione integrativa del personale dirigenziale e non dirigenziale possono essere incrementati...”. In pratica gli stipendi dei dirigenti pubblici possono lievitare. È proprio il governo del tassa e spendi.

Che vergogna».

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