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Fango sulla Lega per nascondere i soldi a lady Grilli

Il "Corriere" attacca Maroni insinuando tangenti pagate da Orsi. Il ministro dell'Economia: "Mai chiesto favori per me o per lei"

Fango sulla Lega per nascondere i soldi a lady Grilli

Roma - «È una campagna pro Ambrosoli orchestrata in particolare dal Corriere della Sera, giornale che lo vedeva fino a qualche settimana fa membro del consiglio di amministrazione. E tralascio, per evitare querele, altri conflitti di interesse tra il programma del candidato Ambrosoli e il business di alcuni azionisti del Corriere...». Quella di Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese, epicentro del terremoto Finmeccanica-Agusta, è convinzione radicata negli animi del Carroccio, sottoposto in questi giorni al bombardamento mediatico sulle «cene di Orsi con Maroni» e sui «sospetti di tangente alla Lega», come titolava appunto il Corriere, il quotidiano milanese visto dai leghisti come un avversario nella sfida Maroni-Ambrosoli in Lombardia (e anche l'avvocato di Orsi, il professor Ennio Amodio, accusa il Corriere di aver preso dati «da un pozzo inquinato» e «rilanciato la tesi di un finanziamento alla Lega del quale è già stata accertata la assoluta inesistenza dopo quasi un anno di indagini»). Più anti Maroni via Solferino, secondo la Lega, anche di Repubblica, che ha puntato l'inchiesta più sulle ombre imbarazzanti che riguardano il ministro Grilli e l'ex moglie.

Se infatti in un caso, quello del Carroccio, al momento ci sono soltanto vecchie dichiarazioni dell'ex dirigente Finmeccanica Lorenzo Borgogni (dalle tangenti anche «soldi ai partiti, 10 milioni di euro, soprattutto alla Lega»), mai confermate e dunque ritenute irrilevanti dal gip che ha emesso l'ordinanza di arresto per l'ad Orsi, nel caso di Grilli e moglie ci sono testimonianze dirette. Primo, un'intercettazione ambientale, in un ristorante di Roma, in cui Orsi parla con l'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, di certi contratti procurati a Lisa Lowenstein, ex moglie di Vittorio Grilli, già direttore generale del Tesoro. Orsi: «(Grilli, ndr) aveva una moglie americana. Gli ha lasciato qualche casino in giro, di buchi...» Gotti: «Pensi che lui sia ricattabile per questo...». Orsi: «No! No, no! Gli ho sistemato la cosa!». Gotti: «Ah! Ma perché la moglie lavorava in Finmeccanica?». Orsi: «No, era un'imprenditrice, faceva dei casini, e ho visto dei contratti che Finmeccanica ha fatto, con la moglie di Grilli, per sistemare tipo consulenze inutili...». Sia Orsi che Grilli hanno poi smentito tutto. Il ministro dell'Economia ha detto: «Non ho mai chiesto favori per me o per la mia ex moglie. Le autonome iniziative economiche della mia ex moglie non solo non sono state da me condivise, ma le stesse sono state causa della mia separazione».

Il secondo elemento su Grilli è citato dai carabinieri, dopo aver sentito l'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, e il suo vicedirettore Maurizio Cereda: «I testi confermavano che nel 2007-2008, effettivamente, hanno ricevuto, da parte di Alessandro Pansa (nuovo ad di Finmeccanica, ndr), persona nota per essere «vicino» al ministro Grilli, una richiesta di aiuto per risanare i debiti della signora Lowenstein, per circa 400-500mila euro. Pansa ha spiegato di essersi interessato della questione solo «a titolo personale», non come Finmeccanica.

Nel caso della Lega, invece, c'è molto fumo e pochissimo arrosto, tutto da inquadrare nel contesto di un'azienda (Finmeccanica) i cui vertici sono nominati dalla politica (allora l'asse di governo Pdl-Lega) e attiva su un territorio, la provincia di Varese, molto a cuore per la Lega, che ha un suo ex presidente di Provincia, Dario Galli, nel Cda di Finmeccanica. L'arrosto: una telefonata a Orsi di Bossi, «preoccupato» per il contrarsi degli investimenti di Finmeccanica sul territorio, una telefonata con Maroni, qualche appuntamento per colazioni. Prassi standard per manager nominati dalla politica, e nel caso di Orsi con uno sponsor finale proprio nella Lega varesina (come Gnudi presidente di Enel in quota Udc, o Sarmi ad di Poste italiane in quota Pdl, o Bassanini presidente di Cassa depositi e prestiti in quota Pd). Il segretario leghista Maroni, candidato governatore della Lombardia, su Twitter: «Si tenta di condizionare il voto con falsità e insinuazioni su di me e sulla Lega.

Questo non è giornalismo, questo è terrorismo».

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