Politica

Fava verso il Copasir A controllare gli 007 il nemico dei Servizi

Fava verso il Copasir A controllare gli 007 il nemico dei Servizi

Nel Paese dei segreti di Pulcinella, dove l'intelligence è sputtanata dalla magistratura e dove, di conseguenza, i nostri Servizi godono di una credibilità internazionale prossima allo zero, «Sel» e «Cinque Stelle» rischiano seriamente di andare a presiedere il Comitato di controllo degli 007. Con tutto quel che ne consegue, quanto a pregiudizi sulle «barbe finte» e riservatezza su atti e provvedimenti sensibili che soprattutto i grillini potrebbero rendere noti o immettere in Rete in nome della tanto sbandierata trasparenza.
La legge «124» del 30 agosto 2007 stabilisce infatti che la presidenza del Copasir, composto da dieci parlamentari, sia di pertinenza dell'opposizione. Sel e Cinque stelle, dunque, ma anche Lega (che ha fatto sapere al momento di non volerne sapere) e Fratelli d'Italia (la Russa ha già declinato l'invito). La partita però è ancora aperta anche se le quotazioni di alcuni senatori di Sinistra e Libertà eppoi del deputato Claudio Fava (anche se per la regola dell'alternanza toccherebbe a un senatore) sarebbero in forte ascesa tanto che il diretto interessato non ne fa mistero dal 6 maggio scorso allorché, sulla sua pagina Facebook e nel corso della trasmissione Brontolo su Raitre, ebbe a dire: «Si parla della mia candidatura per il Copasir, che ha un compito istituzionale particolarmente alto e ingombrante: la sicurezza della Repubblica».
I grillini, per bocca del deputato Roberto Fico, hanno comunque bocciato l'ipotesi: «Io direi che con il 3% avere oltre la Presidenza della Camera anche la presidenza di una delle due commissioni bicamerali di garanzia mi sembra davvero eccessivo». Una candidatura, quella di Fava o comunque di un esponente di Sel, che molti ricollegano anche all'improvvisa sortita di un'altra collega del partito di Vendola, la presidente della Camera Laura Boldrini, che venti giorni fa se ne uscì con la necessità di togliere il segreto di Stato per i reati di strage e terrorismo.
Secondo fonti governative sul nome di Fava vi sarebbero dubbi sull'«opportunità» di far presiedere un organismo così delicato a chi si è contraddistinto per considerazioni aspramente «critiche» nei confronti del Sismi e del governo italiano. Considerazioni espresse prima nella sua veste di relatore della «Commissione d'inchiesta al parlamento europeo sui voli Cia e le consegne straordinarie (extraordinary rendition)», eppoi ribadite in dichiarazioni alla stampa e nell'udienza del 5 novembre 2008 al processo per il sequestro di Abu Omar. In quest'ultima occasione, senza attenersi alle cautele dovute alla «verità» vera contenuta negli atti coperti dal segreto di Stato opposto da ben tre governi («è il segno di una democrazia malata e di una opposizione inesistente», chiosò il 3 dicembre 2008), Fava aveva rimarcato la scarsa collaborazione ricevuta dall'Italia e le asserite «bugie» dette dall'ex direttore del Sismi, Niccolò Pollari, che come tutti sanno è stato condannato perché non si è potuto difendere, vincolato com'era al segreto di Stato.

A domanda dell'avvocato di Pollari, Nicola Madia, Fava confermò di aver redatto la relazione conclusiva sulla base del materiale fornito dal pm Spataro, sul nulla detto da Pollari, «e grazie al contributo di alcuni giornalisti che abbiamo invitato a Bruxelles».

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