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FEELING INEDITO Gli ex Dc non hanno mai amato il «partito dei tributi»: fa perdere voti

RomaAdesso Casini fa la corte a Mister Scontrino. Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle entrate, sarebbe infatti rincorso da più partiti in vista delle prossime elezioni. Ma la maglia dei centristi sarebbe quella da lui maggiormente considerata. L'Unità lo dà quasi per certo: «Befera pronto a scendere in campo per l'Udc», scrive. Magari i giochi non sono ancora fatti ma il suo nome circola da tempo nel Palazzo. Lavoratore indefesso e massimo conoscitore degli ingranaggi del sistema fiscale, Befera è temuto ma apprezzato e stimato. Amico di Vincenzo Visco e di Augusto Fantozzi, bazzica le stanze del potere da primi anni Novanta. Entrato al ministero delle Finanze, s'è poi spostato al reparto «Agenzie delle entrate» guidando la macchina della riscossione dei tributi con fare sceriffesco. Un apprezzamento bipartisan, il suo. Visto che, sebbene sia stato scoperto dal prodiano Visco, Befera è stato più volte elogiato anche dal ministro Tremonti. Vezzeggiato e ammirato dal Palazzo, Befera è temuto e odiato dai furbetti dello scontrino. Gli evasori fiscali lo detestano ma, braccio armato di Monti nella lotta all'elusione, è finito nel mirino soprattutto di chi le tasse le paga fino all'ultimo centesimo. Numerose filiali di Equitalia sono state attaccate dai tartassati del fisco ma lui non s'è fatto intimorire. Monti lo stima, lo sprona e lo appoggia senza se e senza ma anche perché rappresenta l'arma più sicura per far quadrare i conti. E più volte il premier gli ha confermato la piena solidarietà per i numerosi atti di aggressione subiti dalla «sua» Equitalia. Il caso più eclatante il sequestro di 15 persone e poi di un solo dipendente da parte di un imprenditore bergamasco che aveva un debito con l'Erario. E lui a ringraziare il Prof: «Il nostro è un lavoro difficile e ingrato - ha ammesso Befera a Monti - ma lei ci dà incoraggiamento e rafforza la motivazione a proseguire, con il massimo impegno, nell'adempimento del nostro dovere, consapevoli che lavoriamo nell'interesse di tutta la nazione». Un esattore dal volto umano, anche se i suoi famosi blitz, da Cortina a Milano passando per Rimini, Firenze e Napoli gli hanno inviso un esercito imprenditori.
Un po' perché Casini è il maggior tifoso dei tecnici; un po' perché il capo dell'Udc da leader della spesa è diventato alfiere del rigor montiano, Befera proprio dai centristi è attenzionato. E il segugio dell'Erario potrebbe essere un nome nuovo e spendibile in vista del voto. In fondo la macchina del fisco la conosce talmente bene che qualche giorno fa ha dichiarato solare: «Il fisco è un pachiderma. C'è stata una bulimia di norme negli ultimi 40 anni al punto che è quasi impossibile compilare da soli un Modello 730».
Befera con gli ex Dc, quindi? La notizia è confermata solo in parte perché i più sottolineano due «anomalie». Il primo: Befera è uomo di sinistra tanto che, svela chi lo conosce bene ma che vuole restare anonimo, «nel suo ufficio, sopra la scrivania, ha la foto di Ugo Sposetti, vecchio comunista e tesoriere storico dei Ds». Il secondo motivo è che, presumibilmente, se Befera dovesse scendere in campo lo farebbe con l'ambizione di puntare al ministero dell'Economia.

«E i democristiani, furbescamente, per tradizione non hanno mai voluto occupare la scomodo poltrona del “ministero delle tasse”: da lì non si portano voti, caso mai se ne perdono», ragiona l'anonimo parlamentare.

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