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Bambini dentro carrelli della spesa. "Le trascrizioni? Un ricatto politico"

Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus critica le trascrizioni all'anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali che aprirebbero "la strada all’utero in affitto"

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"Il nostro flash mob ha portato in piazza maschere dei sindaci arcobaleno, un maxi bandierone che ha ricoperto piazza Castello con il disegno della famiglia e carrelli della spesa con dentro soldi e bambolotti con un codice a barre". Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, descrive così la 'contro-manifestazione' organizzata dalla sua sua associazione come risposta all'evento voluto dal sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, per protestare contro la decisione del governo di proibire le trascrizione all'anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali.

Trascrizioni alle quali si oppongono i cattolici di Pro Vita & Famiglia perché aprirebbero "la strada all’utero in affitto, ovvero alla mercificazione del corpo delle donne, trattate come schiave, e dei bambini, considerati come prodotti da acquistare come in un supermercato". Le trascrizioni, secondo Coghe sono "un ricatto politico a cui non vogliamo cedere", una sorta di “condono” che ricade direttamente"sulla pelle dei bambini". I sindaci schierati in prima fila che"vorrebbero dare priorità ai capricci ideologici, a discapito dei veri diritti, quelli dei bambini" sono Roberto Gualtieri (Roma), Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Dario Nardella (Firenze) e Antonio Decaro (Bari). Con la loro riunione, i primi cittadini hanno abbracciato le istanze promosse dalla rete RE.A.DY, "ovvero una realtà che - spiega Coghe - propone le adozioni per coppie dello stesso sesso, appunto l’utero in affitto, ma anche la carriera alias e i progetti gender nelle scuole di tutta Italia". Consentire la trascrizione degli atti di nascita per i figli delle coppie omogenitoriali "serve solo a dare a un adulto il riconoscimento dello status di genitore, dunque non per dare un diritto ai minori ma per certificare un privilegio che gli adulti hanno avuto, letteralmente a tutti i costi, con l’utero in affitto".

Dall'altra parte della barricata, con la manifestazione "Le città per i diritti", i sindaci coinvolti hanno appunto espresso tutti quanti, come ha sottolineato anche Gualtieri, la volontà di spendersi a favore del matrimonio egualitario, le adozioni e per il riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie omogenitoriali."Noi sindaci non arretreremo di un metro e allo stesso tempo chiediamo con grande forza che tutto il Parlamento agisca di fronte ad un ritardo imperdonabile", gli fa eco il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ricordando che sui diritti delle coppie omogenitoriali "anche la Corte Costituzionale è stata chiarissima".

Molto netta anche la posizione del sindaco di Napoli, Manfredi: "Oggi è il momento di una legge, non possiamo portare i nostri bambini in tribunale, li dobbiamo tutelare con una legge in grado di garantire uguaglianza e la scelta di proporre il matrimonio egualitario può essere la soluzione per riuscire finalmente ad avere una democrazia matura e dire che tutte le coppie e tutti i bambini in questo paese hanno gli stessi diritti".

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