Politica

Forza Italia fa quadrato contro l'assalto dei pm

Un po' le ultime inchieste su Mose ed Expo; un po' il dibattito sulla possibile reintroduzione dell'immunità per i nuovi senatori; un po' i casi Scajola e Dell'Utri; per non dimenticare la delicata posizione di Berlusconi: costretto a mordersi la lingua sul tema giustizia, pena l'apertura dell'ennesima inchiesta a suo carico e la relativa (...)

(...) sospensione dei servizi sociali. Il risultato è una sorta di atteggiamento di difesa degli azzurri di fronte a una nuova stagione di protagonismo della magistratura. E il partito che fa? Una parte tace; un'altra, invece, ci tiene a sventolare l'antica bandiera liberale. La prima in termini di tempo a ricordare come restino attuali le vecchie battaglie è Mariastella Gelmini: «Forza Italia rimane se stessa e tiene alta la bandiera del garantismo, sempre e per tutti - scrive su Facebook l'ex ministro -. Abbiamo condannato con chiarezza la corruzione, e abbiamo chiesto verità e giustizia anche per i nostri esponenti coinvolti nelle inchieste per corruzione». Come a dire: nessuno si trinceri dietro il garantismo per nascondere le proprie responsabilità. Tuttavia, è opportuna la precisazione: «Sono posizioni di grande responsabilità per un partito che ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo per l'uso politico della giustizia ai danni del proprio leader, letteralmente bombardato in ogni aspetto della sua vita politica e personale con un accanimento senza precedenti in nessuna democrazia occidentale». Quindi conclude: «Noi siamo oggi l'unica forza libera e liberale che difende il garantismo e la Costituzione: la presunzione di innocenza è un caposaldo della democrazia». E sui nuovi senatori: «Anche sull'immunità, Forza Italia difende il garantismo: perché la corruzione non si risolve dando alla magistratura le chiavi della democrazia». Si teme che la politica abdichi ancora di fronte allo strapotere della magistratura: «Calma: ragioniamo, prima di accorgerci di essere saltati dalla padella nella brace, magari a furor di popolo, come avvenne dopo Mani Pulite. Forza Italia rimane se stessa: garantista e responsabile. Per altri invece, a sinistra, la Costituzione un giorno è “la più bella del mondo”, quello dopo è carta da macero».
D'altronde i costituenti previdero l'immunità parlamentare proprio per dare un limite al potere giudiziario. Poi, con Mani Pulite, il Parlamento piegò la testa. Sbagliando, come dice anche la responsabile comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini: «Aver paura di seguire la Costituzione e di difendere il suo sistema di pesi, contrappesi e garanzie, compresa l'immunità parlamentare, significa piegarsi all'antipolitica e al consenso a basso prezzo - scrive sul suo blog -. Forza Italia a questa resa non ci sta: non siamo disposti a rinunciare alla nostra storia liberale e garantista perché altri hanno deciso di inchinarsi al populismo giustizialista. Tutta la vicenda di Silvio Berlusconi, compresi gli ultimi eventi - prosegue Bergamini - dice che l'Italia non è un Paese davvero libero e che il rapporto tra giustizia e politica è malato. In democrazia sono i cittadini a scegliere da chi essere rappresentati, non la magistratura politicizzata. Per questo, la nostra posizione su temi come l'immunità parlamentare dovrà dipendere certo da valutazioni di contenuto, come il criterio di elezione dei senatori, ma altrettanto certamente non cambierà per il timore di sostenere le nostre idee», conclude la Bergamini.
Daniela Santanchè, invece, chiama in causa il governo, pilatesco sul tema giustizia: «Se Renzi vuole veramente cambiare il Paese, abbia il coraggio di sottrarsi all'abbraccio per lui mortale coi giudici. Anche perché sarebbe più difficile governare per lui se fosse sotto il ricatto continuo della magistratura che non consentirebbe mai di attuare la prioritaria riforma della giustizia». E quindi: «A tal proposito, responsabilità ci imporrebbe di non appaltare la politica ai giudici, ma di ripristinare l'articolo 68 della Costituzione che, come avevano previsto i nostri padri costituenti, serviva e servirebbe ancora a garantire l'indipendenza tra poteri e ordini dello Stato».

segue a pagina 8

Commenti