Cronache

È già lite sul cadavere della Concordia

A contendersi il relitto i porti di Civitavecchia, Piombino, Palermo e Napoli. Un affare che fa gola anche all'estero

È già lite sul cadavere della Concordia

Roma - La Concordia ferita a morte risorge dalle acque insieme però a tutte le macroscopiche incognite che ancora accompagnano il recupero del relitto. Fra tutte la più spinosa da risolvere è la scelta del porto dove la nave sarà smantellata: Piombino, Civitavecchia, Napoli, Palermo o fuori dall'Italia? Un affare da centinaia di milioni di euro che procurerà molti posti di lavoro, sul quale stanno cercando di mettere il cappello in molti e che rischia di scatenare una guerra in casa Pd. Quando al governo c'era ancora Mario Monti infatti l'allora il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, aveva presentato un decreto che assegnava il compito a Piombino. Peccato che il porto non sia assolutamente attrezzato per un compito del genere. Tanto che il decreto prevedeva un investimento di oltre 70 milioni di euro per adeguarne le strutture. Si tratterebbe di un bel regalo agli amministratori locali, Pd, che reclamano il relitto visto che il naufragio è avvenuto in Toscana. Ma già ieri il capogruppo del Pd nel Lazio, Marco Vincenzi, reclamava per Civitavecchia l'operazione di smantellamento, ricordando che si tratta di «un'operazione complessa e delicata che non può essere sfiorata, meno che mai condizionata, da logiche campanilistiche deleterie per l'immagine dell'Italia ed estremamente costose per i contribuenti». Insomma, dice Vincenzi, il fatto che il naufragio sia avvenuto al Giglio non garantisce alcun diritto di priorità a Piombino o a qualsiasi altro porto Toscano.

Certo questo è il momento della soddisfazione e delle congratulazioni e non delle polemiche visto che la complessa operazione di parbuckling, unica nel suo genere, è perfettamente riuscita. Fin troppo facile cadere nella tentazione di vedere nella «resurrezione» della Concordia un riscatto di tutto il paese. Tentazione nella quale cade il premier, Enrico Letta, che sottolinea come con questa impresa si sia passati dalla «fuga dalle responsabilità» (alludendo al comandante Francesco Schettino) alla piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni incaricate.

Molto più cauto e per nulla tironfalistico il capo del Protezione Civile, Franco Gabrielli, evidentemente consapevole di quello che lo aspetta. Prima di tutto la messa in sicurezza per poter procedere anche alla ricerca delle ultime due vittime disperse mentre oltretutto la nave resta ancora sotto sequestro da parte della Procura di Grosseto. «Un grande risultato frutto di un lavoro di squadra non c'è mai stato un uomo solo al comando -dice Gabrielli- La strada non è ancora terminata mancano due fasi importanti: la collocazione dei cassoni ed il rigalleggiamento che non saranno passeggiate».

La Concordia non si muoverà prima della prossima primavera e anche se la destinazione non è ancora stata decisa Gabrielli ha già più volte ribadito che il porto di Piombino non è adatto perchè «non attrezzato». Molto meglio Civitavecchia. «Ma questa decisione non spetta a me ma a governo e regioni», ricorda Gabrielli. E infatti i politici locali avanzano le loro candidature: Napoli, Palermo, Genova, Civitavecchia perché l'affare Concordia fa gola a molti. La corsa allo smantellamento del relitto ha già aperto un contenzioso in casa Pd visto che ora il Lazio è guidato da Nicola Zingaretti. I costi dovrebbero essere coperti dall'assicurazione della società Carnival, proprietaria di Costa. Ma come sarà possibile spostare il relitto? Dopo averne rinforzato la struttura, in particolare il lato di dritta più danneggiato, tramite l'istallazione di cassoni, riempiti e poi svuotati, si riporterà in galleggiamento.

Per trasportarla potrebbe essere impiegata la Vanguard, mega piattaforma costruita dai coreani capace di sollevare 110mila tonnellate e viaggiare per mare.

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