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Il giudice del caso Mills tifa Pd Torna l'incrocio toghe-politica

Il giudice del caso Mills tifa Pd Torna l'incrocio toghe-politica

Aveva partecipato al Forum antagonista di Porto Alegre, nel lontano Brasile. Figurarsi se si sarebbe lasciata scappare un'occasione ghiotta come le primarie del centrosinistra lombardo. La sfida per il Pirellone... Nicoletta Gandus, il giudice del Cavaliere nel processo Mills, era ieri all'auditorium San Carlo di Milano per il dibattito fra i quattro contendenti progressisti. La sala era affollata all'inverosimile e la Gandus si era rassegnata a rimanere in piedi. Ma la moglie di Umberto Ambrosoli, il superfavorito, l'ha riconosciuta e le ha ceduto il posto. Un gesto di educazione, come sottolineano i siti che hanno raccontato l'episodio. Quella che nessuno pone è invece la più elementare delle domande: perché un magistrato e un magistrato come lei, al centro di processi delicatissimi e di polemiche puntuali come un orologio svizzero, è andata al San Carlo?
Per carità, ciascuno, anche una toga, ha tutto il diritto di manifestare le proprie convinzioni. E di festeggiare l'incoronazione, quasi scontata, di Ambrosoli che fra l'altro è figlio di un grande avvocato, martire della legalità. È tutto giusto e però tutto stona. La Gandus, classe 1949, è un fiero avversario di Berlusconi, della sua politica, del centrodestra e di molte leggi che i governi moderati hanno prodotto in questi anni. Nel 2006 si esprime con toni apocalittici sulle politiche giudiziarie dell'esecutivo guidato da Berlusconi.
«Vi è un'inderogabile priorità: la cancellazione delle principali leggi che sono state adottate quasi esclusivamente al fine di perseguire gli interessi di pochi, ignorando quelli della collettività. Solo con la loro abrogazione sarà possibile restituire credibilità al Paese». Sono parole definitive. Una bocciatura senza se e senza ma della linea del governo. Solo che il Cavaliere è anche, casualmente, un suo imputato.
E sempre lei ha condannato, in un altro troncone dello stesso procedimento, l'avvocato inglese David Mills a 4 anni e 6 mesi. Un cortocircuito perfetto e pericoloso fra la militanza e l'imparzialità del giudice. Ci si può sdoppiare in questo modo fra le ragioni del cuore e quelle della legge? Lei non fa una piega. E infilza anche la devolution. «La politica del centrodestra che propone la devolution ha attaccato alla radice la finanza e la gestione dei servizi municipali ed è sovrastata da un imponente potere autoritario e centralista concentrato nelle mani del capo del governo». Meglio di un comizio. I suoi documenti, consultabili sul web, sono politici che più politici non si può. Nel 2008 Berlusconi si sfoga conversando con Vespa: «I miei avvocati vennero a sapere che la Gandus era ed è un'attivissima militante della sinistra estrema e come tale ebbe partecipare a tutte le manifestazioni di contrasto al mio governo».
In aula il Cavaliere la ricusa, ritenendo che non sia imparziale nel giudizio. Ma la corte d'appello la lascia al suo posto con questa motivazione: la Gandus ha sì criticato in pubblico le scelte dal governo, ma dall'inizio del dibattimento ha scelto un basso profilo, insomma si è cucita la bocca e questo è più che sufficiente per andare avanti. «Avrebbe accantonato - scrivono i giudici - l'asserita avversione ideologica o anche l'astio verso un soggetto politico probabilmente a lei inviso». Un quarto d'ora di silenzio basta e avanza, per la magistratura di rito ambrosiano, come un'immersione nel fonte battesimale della purezza. Lei, intanto, attacca la politica israeliana e va in America Latina al Social Forum di Porto Alegre come delegata di Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe italiane.

Rieccola oggi per le primarie.

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