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"Giustizia riporta alla luce la verità": il punto di Santanchè sul caso Visibilia

Daniela Santanché ha commentato il ritiro dell'istanza di liquidazione giudiziale: "Molto contenta dell'udienza di oggi e del suo esito"

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Il ministro del Turismo Daniela Santanchè, commentando il ritiro dell'istanza di liquidazione giudiziale, ossia di fallimento, di Visibilia Concessionaria, sui social ha dichiarato: "Mi sono sempre sottratta ai processi mediatici perchè faziosi, strumentali e spesso offensivi nei confronti di chi è coinvolto. Finalmente la giustizia inizia a riportare luce sulla verità dei fatti, una verità che intendo ricercare fino in fondo per me e per la mia famiglia". E successivamente, al Tg1, ha dichiarato: "Sono certamente molto contenta dell'udienza di oggi e del suo esito, che conferma quello che io ho sempre sostenuto in tutte le sedi: nessun fallimento per Visibilia Concessionaria. Mi fa piacere per le tante persone che ci lavorano, per l'impegno: quando uno lavora i problemi poi si risolvano".

Allo stato, nell'inchiesta, divisa in più filoni, non sono confluiti provvedimenti del Tribunale fallimentare che possano sorreggere quell'accusa. In udienza, davanti al giudice Sergio Rossetti, infatti, stamani il procuratore aggiunto Laura Pedio e il pm Marina Gravina hanno revocato la richiesta di liquidazione giudiziale, ossia la procedura del vecchio fallimento, che avevano presentato per Visibilia Concessionaria, società che si occupa della raccolta pubblicitaria.

Con la revoca, l'azienda potrà proseguire nell'attività. La società in una nota "conferma il quotidiano impegno a rafforzare ed ampliare la propria presenza sul mercato della raccolta pubblicitaria con la consueta serietà e dedizione professionale". E la Concessionaria potrà andare avanti col percorso privatistico di risanamento avviato con la Camera di Commercio. La Procura aveva già revocato le istanze di liquidazione giudiziale per altre società del gruppo, ossia Visibilia Editore e Visibilia holding.

Gli inquirenti potrebbero, in ipotesi, decidere di chiudere l'inchiesta e chiedere il processo solo per le false comunicazioni sociali e stralciare l'ipotesi di bancarotta per chiederne l'archiviazione. Ieri i giudici civili, nella causa intentata da soci di minoranza, hanno ordinato un'ispezione giudiziale sui conti e sull'amministrazione della società editoriale.

Visibilia Editore, nel frattempo, ha reso noto di aver richiesto a Negma Group la quarta tranche di un prestito obbligazionario convertibile: 50 obbligazioni per un controvalore complessivo pari a 500mila euro.

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