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Dopo il golpe contro Berlusconi il Pd vuol dare lezioni di politica

All'indomani del blitz in Giunta, il Pd alza pure la voce e invita il Cav ad accettare il golpe. Epifani: "Il ciclo politico di Berlusconi è finito". Brunetta: "Spudorato e irresponsabile"

Dopo il golpe contro Berlusconi il Pd vuol dare lezioni di politica

Era inevitabile che la dichiarazione di guerra lanciata dal Pd in Giunta per il regolamento scatenasse un braccio di ferro con il Pdl. Nelle ultime ore l'escalation dei toni e delle minacce sta portando la maggioranza a un passo da una crisi che potrebbe rivelarsi irreversibile. Se subito dopo lo strappo sul voto palese, che ha visto i dem votare compatti con grillini e Sel, molti del centrodestra avevano già iniziato a chiedersi cos'altro dovrebbero sopportare ancora prima di far saltare le larghe intese, la violenta presa di posizione del segretario piddì Guglielmo Epifani ha fatto ulteriormente precipitare una situazione già di per sé precaria.

Il Pd, come anche il premier Enrico Letta, vorrebbe che l'assalto giudiziario a Silvio Berlusconi e le larghe intese non vengano messe insieme, ma siano valutate separatamente. In questo modo i democrat provano a lavarsi la coscienza per il blitz compiuto ieri in Giunta per il regolamento. Un blitz che prepara l'esecuzione del Cavaliere per cacciarlo dal parlamento. Così, all'indomani di quello che non si fatica a definire un golpe contro la democrazia, Epifani si presenta ad Agorà e si mette a "sfottere" il centrodestra invitandolo ad assumersi la proprie responsabilità. "Non bisogna tenere il governo in ostaggio di questo problema - ha spiegato il segretario del Pd - così non si fa nessun bene al Paese e ai cittadini". Dopo lo schiaffo in faccia al leader del centrodestra, adesso l'ex Cgil pretende pure di dare lezioni di politica al Pdl. Una presa in giro che manda su tutte le furie i vertici del Pdl. Un atteggiamento che il presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta non fatica a definire "violento, infame e irresponsabile". "Basta trasferire la feroce lotta congressuale del Pd all’interno della coalizione di governo - ha tuonato Brunetta - questa situazione non è più accettabile".

"Vedremo quando questo accadrà effettivamente ma Berlusconi, anche per motivi di età, non ha dinanzi a sé un nuovo ciclo politico". L'attacco del leader piddì, con cui il Pdl è tutt'ora alleato, è violentissimo e mina quella stabilità politica a cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tanto s'appiglia per evitare le urne anticipate. I democratici, però, sembrano non disdegnare le urne. A patto, però, che sia Berlusconi a far saltare il tavolo. Epifani e compagni non vogliono prendersi la responsabilità di recidere il cordone delle larghe intese a lunghe tessuto dal capo dello Stato. Così, di dichiarazione in dichiarazione, di minaccia in minaccia, stanno facendo di tutto per portare i toni dello scontro a livelli intollerabili. Non è certo da meno il falco Lugi Zanda, che presiede la pletora democratica a Palazzo Madama. In una intervista a Repubblica, il presidente dei senatori piddì scomoda addirittura Aldo Moro per giustificare il voto palese. "Chi lo teme - ha spiegato - tende a sottrarre i parlamentari alla necessaria assunzione di responsabilità di fronte agli elettori". E ancora: "Nel caso diBerlusconi non si tratta di un voto sulla persone, ma dell’accertamento della legittimità della sua permanenza nella carica di senatore".

Il tutto in un silenzio assordante del Quirinale.

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