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Il governo imbosca il caso Forteto con l'aiuto del ministro ex coop

Il governo imbosca il caso Forteto con l'aiuto del ministro ex coop

Un anno fa, nel pieno dello scandalo del Forteto, il governo Letta mandò un'ispezione nella cooperativa agricola del Mugello. Molti minori abusati dal fondatore della comunità, Rodolfo Fiesoli (oggi sotto processo con altre 22 persone per reati sessuali e maltrattamenti sui minori), vi avevano lavorato illegalmente: c'era una promiscuità sospetta tra la comunità degli orrori e la coop, entrambe fondate dal «profeta». I quattro mesi di controlli si erano chiusi con la richiesta di commissariamento.
Oggi è cambiato il governo. Il posto di Enrico Letta è stato preso da Matteo Renzi, che da sindaco di Firenze il 12 novembre 2011 ospitò il «profeta» a un convegno nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio: Fiesoli sarebbe stato arrestato pochi giorni dopo. E nell'esecutivo è entrato Giuliano Poletti, ex vicepresidente nazionale di Legacoop, la centrale delle coop rosse che si è sempre opposta al provvedimento: il Forteto ne è socio.
Morale: niente commissariamento per la coop agricola che era tappa immancabile per i leader del partito che salivano al Mugello. La decisione del ministero dello Sviluppo economico, cui compete la vigilanza sulle coop, ha il sapore di una beffa clamorosa. Una vergogna. Gli ispettori avevano evidenziato gravi irregolarità nelle buste paga (niente straordinari né festivi), negli stipendi (tutti inquadrati con lo stesso contratto pur svolgendo mansioni diverse), soci costretti a «sottoscrivere inconsapevolmente strumenti finanziari», e poi «un atteggiamento discriminatorio verso i soci usciti dalla coop» dopo l'emergere degli scandali. La coop ha la «tendenza a confondere le regole e i principi della comunità con il rapporto lavorativo e societario».
Il commissariamento era necessario. Nulla era cambiato nemmeno dopo un supplemento di ispezione: nel secondo rapporto si legge che «permangono le irregolarità» relative a una serie di violazioni dello statuto e del regolamento interno. «La situazione non appare al momento sostanzialmente mutata», è scritto. Ma per il governo di Renzi e Poletti è tutto in regola, in poche settimane ogni irregolarità è stata miracolosamente sanata.
La decisione è grave anche per l'andamento del processo in corso contro Fiesoli e i suoi sodali. Nella comunità del Forteto sono stati commessi abusi e violenze per decenni in un silenzio complice. Il «profeta» è stato condannato negli Anni '80 per reati analoghi e una sanzione è giunta all'Italia dalla Corte di giustizia europea. Ciononostante i tribunali dei minori non hanno smesso di mandare bambini alla comunità, e la coop ha continuato a operare in questa ambiguità. Alcuni dipendenti della coop dovranno deporre al processo, ma senza un cambio del gruppo dirigente saranno sotto pressione. «E coloro che hanno denunciato vivranno in condizioni lavorative inaccettabili», accusano i consiglieri regionali toscani Stefano Mugnai (Forza Italia), Giovanni Donzelli (Fratelli d'Italia) e Maria Luisa Chincarini (Centro democratico). Mugnai è il presidente della commissione d'inchiesta regionale che portò alla luce gli orrori del Forteto: «Cala un'altra coltre di silenzio rosso», dice. Sdegno anche dal Comitato delle vittime.
«Il governo Renzi si è preso una responsabilità gravissima nell'assecondare le pressioni ricevute dal Partito democratico locale, sindacati e centrali delle cooperative a difesa del Forteto - denunciano i tre consiglieri -. Gli ispettori dopo aver scelto il commissariamento sono stati nuovamente inviati al Forteto e hanno trasformato la richiesta di commissariamento in diffida non perché avevano sbagliato la prima analisi, ma solo per un cambio di atteggiamento e per la scelta del Consiglio di amministrazione del Forteto di modificare lo statuto e redigere un codice etico».

Già: al governo Renzi basta un po' di autoregolamentazione per ripulire chi è sotto processo per abusi e violenze sui minori dopo essere già stato condannato per gli stessi gravissimi reati.

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