Politica

Dopo il grano M5S lancia la «guerra del caffè»


Si può dire male su tutto, ma non certo che le battaglie sociali dei grillini non rivestano un elevato spessore culturale e soprattutto che non siano indispensabili alla nazione. Grazie tante, Movimento Cinque Stelle. Grazie per aver voluto salvaguardare la pasta italiana chiedendo a gran voce lo stop dell'import del grano saraceno (poi chi glielo spiega che il grano saraceno è da secoli ampiamente coltivato in Italia, dove si usa per produrre specialità come la polenta taragna o i pizzoccheri della Valtellina?). Grazie. Grazie per aver occupato l'aula della commissione Giustizia, l'ufficio di presidenza della Camera, e persino i tetti di Montecitorio. Grazie. Grazie per aver portato alto il buon nome dell'Italia, nel divertente sketch «In auto con la Boldrini» che ha fatto scompisciare decine e decine di stupratori seriali. Grazie. E grazie per tutti quegli apriscatole, quei cartelli, quelle manette finte, quegli schiaffoni veri, quelle piazzate, quelle parlamentarie. Grazie. Ma, soprattutto, grazie per averci fatto conoscere e apprezzare statisti ineguagliabili come Vito Crimi, Roberta Lombardi, Luigi Di Maio, Riccardo Nuti, Roberto Fico, Alessandro Di Battista (che, infatti, si vedrebbe bene a Palazzo Chigi) e anche tutti gli altri 138 parlamentari semisconosciuti che, uno alla volta, si faranno valere per qualche genialata.
L'ultima l'hanno pensata in questi giorni. Dopo la guerra del grano, nel grande e variegato palcoscenico grillino, va in scena la guerra del caffè. Siamo ovviamente a Roma. Al Palazzo dei gruppi parlamentari, in via Uffici del Vicario, a cento metri dal portone di ingresso di Montecitorio. Quinto piano: il piano dei cinquestelle. Il busillis nasce dopo la comparsa (e poi la scomparsa) di un normalissimo distributore automatico per caffè, tè, acqua, merendine. Premessa: non tutti i piani hanno un distributore, ce n'è uno al primo, uno al terzo e, appunto, ce n'era uno al quinto. Il gruppo di Grillo aveva chiesto l'installazione del distributore, ma in breve tempo, il loro piano si è trasformato in meta di pellegrinaggio di dipendenti e parlamentari di tutti gli altri gruppi, che - va detto - invece di prendere qualcosa e andarsene, sostavano davanti alla macchinetta a fare salotto.
Evidentemente questo via vai e questo chiasso continuo disturbava il duro lavoro dei parlamentari M5S che, invece di spostare la macchinetta in una specie di «zona franca», ad esempio dove ci sono gli ascensori e i commessi, hanno preso una decisione in perfetto Grillo style: se lo sono democraticamente trascinato nel corridoio davanti ai loro uffici, al quale è vietato l'accesso agli altri gruppi, con tanto di cartello: «In caso di accesso agli uffici del gruppo M5S si prega, cortesemente, di farsi annunciare da un assistente parlamentare». Ah bene, se lo chiedono cortesemente allora... I dipendenti degli altri gruppi hanno replicato: «Ecco la vera casta!». E i cinquestelle hanno risposto: «Invece di lagnarvi, potete richiedere anche voi la macchinetta del caffé! È gratuita».


Siamo tutti in trepidante attesa di come andrà a finire la prossima appassionante battaglia grillina: quella sulla carta igienica profumata.

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