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Lo tsunami d'affetto per Berlusconi: l'addio commosso dei lettori de ilGiornale.it

Tanti messaggi di cordoglio sono arrivati dal momento in cui è stata resa nota la morte di Silvio Berlusconi. Tra tutti, prevale una parola: grazie

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Ieri, 12 giugno, in mattinata è arrivata la notizia che nessuno avrebbe mai voluto ricevere, quella della morte di Silvio Berlusconi, sopravvenuta durante il ricovero all'ospedale San Raffaele per un controllo. Tanti i messaggi arrivati dalla politica, che in modo naturale e bipartisan ha espresso il suo cordoglio. Ma la notizia ha colpito nel profondo anche gli italiani comuni, attoniti davanti alla scomparsa dell'uomo che ha cambiato l'Italia, nel profondo, negli ultimi 30 anni. Detrattori politici e sostenitori oggi sono stretti in un abbraccio commosso nel ricordare il Cavaliere, capace di imprimere la sua impronta indelebile nella storia di questo Paese. I lettori de ilGiornale.it in queste ore stanno ricordando il presidente di Forza Italia con molti messaggi d'affetto, legati da un sottile filo, quello della gratitudine.

"Riposi in pace signor Presidente, e ancora grazie per tutto quello che ha fatto, sia come politico liberale - difensore della libertà e dello stato di diritto nel nostro Paese, nonostante le incredibili persecuzioni giudiziarie che ha dovuto subire - che come imprenditore geniale, che ha creato lavoro per migliaia di persone", si legge in uno dei tanti commenti d'addio lasciati su il Giornale. E ancora: "Ci sarà chi lo osannerà, ci sarà chi lo denigrerà. Ma una cosa è certa, è stato un uomo che si è fatto da solo, contro vento e marea, ha segnato un bel pezzo della vita politica dell'Italia. Vediamo davanti alla sua bara chi si fa vivo". La parola che accomuna tanti dei messaggi che stanno arrivando è "grazie". Come dimostra questo bel messaggio: "Addio Presidente. Ti abbiamo messo in croce perchè volevi la libertà di questo Paese. Comunque ci hai aperto gli occhi, ora sappiamo chi vuole opprimerci e negarci il libero pensiero. Grazie, ti voglio bene e la Storia ti renderà il merito".

Una gratitudine sincera e sentita, come dimostrano i commenti: "Ciao Silvio, grazie per tutto quello che hai fatto, seguiremo il tuo esempio in vita e ci vedremo di là fra le persone libere". Oppure: "Grazie Presidente, buon viaggio", "Buon viaggio Silvio Hai fatto tanto di buono! Grazie". La commozione e il dolore sono vividi nelle parole di quanti, oggi, gli danno l'addio. C'è incredulità ma anche sofferenza: "Presidente, non posso crederci, deve essere soltanto un'orribile incubo Come faremo senza di Lei, senza la Sua Saggezza e la sua Bontà Le abbiamo voluto bene ed abbiamo sempre creduto in Lei, anche nei momenti più bui ed il suo passaggio all'Eternità, dove sarà certamente ricompensato per le sue Opere, ci consola un poco, ma ci manca già moltissimo Addio Presidente carissimo Sono certo che intercederà per noi con l'Altissimo".

Il suo impegno politico e i suoi successi sono al centro dei ricordi di molti. "Ciao Silvio, ricordo ancora, tra le lacrime che mi scendono copiose, la gioia indescrivibile della notte del 28 marzo del 1994, dopo 50 anni di emarginazione il Partito in coalizione vinse le elezioni. Grazie Silvio per tutto quello che hai fatto, riposa in pace tra gli unici grandi leader italiani e internazionali Aldo e Bettino. Grazie soprattutto per la perseveranza di portare avanti sempre e comunque le idee liberali... Anche se questo ti è costato la vita", scrive un utente. E tra il fiume di messaggi che troviamo sotto i nostri articoli, ecco che qualcuno lo ricorda col Cinque maggio di Manzoni, con tanto di dedica: "Riposa tra i grandi statisti Silvio, sei sempre stato uno di loro".

Alcuni lo definiscono "con Alcide (de Gasperi, ndr) il più grande statista". Anche la parola statista è ricorrente nei ricordi di chi lo ha seguito nella sua vita politica: "Un uomo, uno statista. Rimpiangeremo per molto tempo di non aver raccolto lo spirito di Pratica di Mare". E ancora: "Addio grande Presidente, uno dei pochi statisti che ha avuto l'Italia negli ultimi quarant'anni". Ma è dagli oppositori politici che arrivano i messaggi che, forse, danno maggiormente il polso di cosa è stato Berlusconi per l'Italia: "Non sono mai stato berlusconiano, ma io sono tra quelli che l'hanno comunque difeso, sostenuto quando la sinistra decide di abbattere 'il nemico', coi mezzucci cari ai comunisti, non quelli della regolare lotta politica, ma quelli dell'attacco personale, delle accuse dei 'pentiti', della macchina del fango...

Lettere, mail, telefonate, tutto pur di difendere il concetto di libertà e di correttezza".

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