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"In privato...". Calenda smascherato: ecco cosa dice di Renzi

Le ambizioni del Terzo polo sono naufragate dopo meno di un anno: ecco l'analisi dell'ex sindaco di Milano, tra i primi a invocare l'unione tra Azione e Italia Viva

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Annunci pomposi, promesse mirabolanti, aspettative impressionanti. Ma dopo nemmeno un anno la favola del Terzo polo è terminata nel peggiore dei modi, con l'ennesima rottura firmata Carlo Calenda. Il leader di Azione ha cambiato alleati almeno tre volte negli ultimi mesi, passando da +Europa al Partito Democratico, fino a Italia Viva. Tanti i retroscena circolati nelle ultime settimane sul suo rapporto con Matteo Renzi, l'ennesima testimonianza è quella firmata da Gabriele Albertini: tra i primi a invocare l'unione tra i due centristi, l'ex sindaco di Milano ha smascherato l'incoerenza di Calenda.

Ospite di "Stasera Italia" su Rete 4, Albertini si è soffermato sull'implosione del Terzo polo, ponendo l'accento sulle tante difficoltà nel fare convivere due personalità come Calenda e Renzi: "Non hanno sbagliato la linea politica, ma non sono adatti per governare insieme. I due consoli hanno funzionato per alcune centinaia di anni nell'antica Roma ma non per sempre". Poi il retroscena su Calenda e sugli attacchi a Renzi fin dall'inizio dell'alleanza: "Quando feci il mio modesto passo per favorire l'unione dei due prima delle elezioni politiche, ho ricevuto una telefonata da Calenda con delle critiche feroci nei riguardi del suo alleato prossimo", ovvero il leader di Italia Viva. In altri termini, l'ex titolare del Mise ha riservato biasimi e affondi sin dal primo giorno di esistenza del Terzo polo. Albertini ha rimarcato sul punto:"Lo ha fatto con me che non ero un intimo, figurarsi con gli altri: non sono personalità conciliabili. Ci vuole un terzo leader per metterli insieme: sarebbe stato perfetto Draghi, ma non ha voluto fare l'errore di Monti. Se non si trova una figura unificante, è difficile che il Terzo polo riesca ad affermarsi".

Albertini è stato al centro di una delle prime reboanti discussioni all'interno del Terzo polo. Entrando nel dettaglio, Calenda e Renzi litigarono per la candidatura alla Camera dei deputati offerta all'ex sindaco di Milano da parte Maria Elena Boschi. Il frontman di Azione preferì indicare Enrico Costa, come ricordato ai microfoni di Affari Italiani: "Ci fu un dissidio che dette luogo a uno sgradevole contrasto tra me e Calenda solo perché obiettai su quella che comunque era una sua legittima scelta. Ma questa situazione denota anche la sua personalità e i suoi rapporti non ottimali con le persone. Anche Enrico Letta avrebbe qualcosa da ridire su questo punto…". Una cosa è certa per il settantaduenne, Calenda non è in grado di guidare quell'area: "Se, nel mio piccolo, ci sono stati screzi anche con me, figuriamoci con Renzi.

I loro dissidi sono nati sulle scelte, sulle persone e sulla linea politica".

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