Cronache

I cardinali preoccupati per la salute del Papa

Il Pontefice ha una tabella di marcia impressionante e non si sottrae a nessun incontro con i fedeli. E i porporati più vicini confidano: "Si stanca troppo"

I cardinali preoccupati per la salute del Papa

«Il Papa è stanco, lo abbiamo osservato insieme ad altri confratelli e da diversi giorni ci sembra un po' affaticato e stressato». A lanciare l'allarme è uno dei cardinali di Curia che martedì scorso ha partecipato alla celebrazione all'interno della Cappella Paolina in Vaticano in occasione dell'onomastico di Francesco. «Ma questo - continua il porporato che preferisce restare anonimo - deriva dal fatto che lui dedica tutto se stesso al ministero petrino, ci mette tutta la forza possibile, soprattutto durante le udienze generali oppure quando preferisce camminare a piedi anziché usare la macchina di servizio».

Una preoccupazione sulla stanchezza del Papa che sta crescendo giorno dopo giorno in Vaticano, soprattutto tra coloro che hanno colto lo sforzo fisico di Francesco, 77 anni il prossimo 17 dicembre, quando cerca il contatto con la folla festante. Il mercoledì infatti è il giorno clou in cui Bergoglio per far felici migliaia di fedeli accorsi in piazza non si risparmia. «Il ministero di papa Francesco attrae tanta gente, tanti giovani e li sospinge verso Cristo», ha detto ieri il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone durante la messa in San Pietro per la festa dell'Università Pontificia Salesiana, «ogni mercoledì sembra una domenica di Pasqua in San Pietro, è una cosa straordinaria e meravigliosa». E proprio durante questo giorno, Francesco, cerca il bagno di folla, scende dalla jeep bianca per salutare personalmente i fedeli e stringere loro le mani, bacia bambini e disabili, mettendoci tutta la forza possibile. «Ho concelebrato con Papa Bergoglio messa per alcuni giorni di fila - dice il cardinale indiano Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi e membro della commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior - anche io l'ho trovato molto stanco e affaticato, sinceramente non so per quanto tempo ancora possa riuscire a reggere questi ritmi a cui non è di certo abituato». L'agenda di Papa Francesco infatti non è come quella di tutti gli altri pontefici che lo hanno preceduto: Bergoglio ogni mattina celebra messa nella cappella del residence Santa Marta dove ha deciso di continuare a vivere e al termine della celebrazione non si sottrae a chi vuole incontrarlo: ci sono dipendenti del Vaticano, prelati di passaggio a Roma, ospiti argentini e cardinali residenti. «Il Papa incontra tantissimi laici ed ecclesiastici ogni giorno, anche semplici "curiosi" che vogliono stringergli la mano e ovviamente a fine giornata o al termine delle celebrazioni è sempre affaticato - aggiunge il cardinale che ha lanciato l'allarme- inoltre Francesco guarda molto spesso il suo orologio di gomma perché vorrebbe rispettare gli orari, ma non riesce quasi mai, considerato che gli incontri e gli impegni sono troppi». A questo si aggiunge anche il fatto che il Pontefice vuol mantenere le stesse tradizioni che aveva da arcivescovo di Buenos Aires. Per il giovedì santo, ad esempio, durante la messa in «Coena Domini» nel carcere minorile di Casal del Marmo a Roma, Papa Bergoglio si è inginocchiato sul pavimento sei volte per lavare i piedi ai ragazzi e alle ragazze detenuti nell'istituto penale, «con un certo impegno fisico per i suoi 76 anni» ha voluto precisare il direttore della Sala Stampa Vaticana, il gesuita Padre Federico Lombardi. Lo stesso impegno fisico che Francesco ha messo lo scorso 19 marzo, al termine della Messa di inaugurazione del pontificato in San Pietro: dopo i saluti personali alle oltre 130 delegazioni straniere, Francesco ha asciugato la fronte sudata e ai suoi più stretti collaboratori ha detto sorridendo: «Anche questa è andata». Ma prima di ritirarsi ha voluto salutare uno per uno anche i dipendenti della basilica di San Pietro e i sacerdoti che urlavano il suo nome.

Anche questa volta non ha voluto deludere chi sperava in un abbraccio del Papa.

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