Politica

I grillini delusi ora tornano a destra

La base in rivolta contro la deriva a sinistra del Movimento: dopo otto mesi già pentiti del voto di protesta

I grillini delusi ora tornano a destra

Roma - «Ho votato M5S alle ultime elezioni e avevo scritto: speriamo di non pentirsene. Ecco me ne sono pentito». Sintassi creativa ma sostanza pesante. Franco Marra è solo uno dei tanti elettori grillini delusi, che fanno tracimare sui blog in cui ribollono gli umori pentastellati la frustrazione per avere spedito in parlamento cittadini che si collocano nella geografia del Palazzo a sinistra di Sel. Il fatto è che l'universo grillino è magmatico, inafferrabile, ad assetto variabile. Chiunque voglia ritrarlo rischia di scattare una foto mossa. In mezzo ci sono orfani della sinistra, vedovi del centrodestra, berlusconiani in libera uscita, astensionisti con nostalgia canaglia da scheda, populisti, stufi di tutto e tutti, scontenti, idealisti. Laddove deputati e senatori sembrano vestire i panni sdruciti di chi ha appena lasciato il centro sociale o del radical consumato. Insomma, il movimento è un'anima divisa in due: i suoi esponenti a palazzo flirtano con Pd e Sel, la base vive tutti i problemi della gente comune e spesso non si sente rappresentata. E chi da destra guardava con interesse al laboratorio della politica liquida e si è fatto tentare dall'opzione grillina sembra già pronto a fare il viaggio di ritorno: e alle prossime elezioni potrebbe votare di nuovo la destra solida. «Godetevi questi altri tre anni di legislatura, per fare il soccorso rosso a Sel e al Pd, poi magari fate finta di litigarci e di essere diversi, ma la gente alle urne non dimenticherà, anche perché saranno i clandestini che sbarcheranno in numero doppio di adesso a ricordarcelo», il monito di Christian M. sul blog di Beppe Grillo.

Tra i primi delusi «da destra» del Movimento c'è stato Graziano Brenna, imprenditore del settore tessile e vicepresidente di Confindustria Como, che ad aprile, nei giorni in cui i grillini votavano nel pantheon dei candidati presidenti della Repubblica Gino Strada, Romano Prodi, Milena Gabanelli e Stefano Rodotà, aveva fatto outing: «Ho votato Grillo ma non lo farò più. Quello non è il mio mondo». Oggi Brenna ribadisce con qualche correzione la sua posizione: «In parte sono soddisfatto di Grillo perché ha scardinato la vecchia politica e non vedo più certe vecchie facce come Rutelli e Fini. Ma non lo voterei più perché al governo preferisco chi fa i fatti. Preferisco il governo Letta, le dico».
Non proprio una critica da destra. Ma di certo c'è un Movimento Cinque Stelle che si commuove agli sbarchi dei clandestini. E c'è un M5S che vorrebbe regole più ferree per regolamentare gli sbarchi. E che rampogna i cittadini senatori. «Parlamentari del movimento vergognatevi. Domani arriveranno il doppio di profughi con il risultato di duplicare la possibilità che tragedie come quella già avvenuta si possano verificare ancora», scrive Gionata M. «Vorrei vedere uno di questi clandestini che entra dalla finestra in casa vostra, cari coccola-invasori... Poi che fate, chiamate la polizia, o lo ospitate a tempo indeterminato... Ipocriti, decerebrati fatti con lo stampo a falce e martello», si scatena Roberto. «Grillo ha perfettamente ragione, molti italiani sono alla fame e l'emendamento non era previsto, chi vuole fare qualcosa di buono accolga in casa propria le persone che vuole, offrendogli personalmente vitto e alloggio», suggerisce Daniele M. da Pontoglio. «Pd e Pdl hanno votato il vostro emendamento, bravi, avete vinto? Non ve ne siete accorti che vi stanno prendendo per il culo? Probabilmente siamo stati folli noi ad armare la mano di squilibrati minorenni», si lagna Xmen.

«Sono contro l'abolizione del reato di clandestinità, esiste in tutti gli altri Paesi. Aprirebbe il via libera a tutti, i delinquenti e non. Il vero perseguitato politico è il popolo italiano», il monito di Luc Nava. E Francesca Vidali: «Se veramente passa la linea dell'abolizione del reato di clandestinità perderete non solo il mio voto ma credo anche quello della maggioranza dei vostri votanti». «Milioni di italiani sono alla fame. Si pensi a loro in primo luogo!!! Poi, solo poi, al resto del mondo», il grido di angoscia di Gianfranco D. È l'Italia che sta con Beppe Grillo e non con i suoi cittadini. L'Italia che soffre, che sputa sangue appresso alla crisi, che ha votato M5S sperando di avere trovato finalmente una voce.

E ha trovato invece solo un nuovo modo di perderla.

Commenti