Politica

I nostri diritti non si difendono con le farse

di E non l'avevano arrestata! Non era chiusa in una cella con il faro a luce bianca sparata sulla punta del naso e non rischiava di essere trasferita nel cuore freddo della tundra siberiana. Le avevano consentito di tenere la sciarpa multicolore, e chiesto di buttare via il cartello con la scritta al momento proibita in Russia. Ora, che Putin stia portando avanti una politica sociale razzista, è un fatto. Che il mondo se ne debba indignare, è fuori di ogni dubbio. Che le persone omosessuali che vivono in Russia vadano aiutate e salvaguardate dalle atroci e mortificanti violenze che la legge dello zar rosso sta causando, è prioritario. Ma che, per garantirsi una sospetta visibilità in giornate di nomine politiche, bisogna farsi migliaia di kilometri con il numero di cellulare del ministero degli Esteri in tasca, è quasi ignobile. E che, a meno di 24 ore ci riprovi a provocare le milizie di Putin, urlando a favore di telecamera lo slogan, portato in beauty dall'Italia, è sciocco. Ma, tant'è! Quello delle delle associazioni e delle lobbies gaie è uno strano mondo. E, così, da quando ho pubblicato sul blog la mia opinione «diversa», ho cominciato a ricevere offese a grappoli. Santa Luxuria non va sfiorata, mi ululano i ricchioni di mezza Italia. Santa Luxuria va tutelata perché ha le palle, sibilano mostrando i french affilati. Buon per lei, penso io, fanno sempre comodo. Santa Luxuria ha più o meno mentito, rispondo io. Ed anche esagerato. E chi, tenendo bordone, ha procurato un allarme internazionale, tirando per la giacchetta la ministra degli Esteri (che non capisce l'indiano, ma se la cava benissimo col russo), ha caricato il popolo italiano di una spesa inutile. Se anche sia stata una sola telefonata intercontinentale! Che necessità c'era? Non puzzava già il fatto che, una persona «arrestata in malo modo» stesse usando il cellulare personale? E che avesse avuto la possibilità di telefonare, non già per chiamare il vicino Console, ma mezzo lontanissimo Stivale ghei. No, mi spiace, questa non la passo e non me la bevo proprio. Troppo attaccate le ore delle decisioni del neo nominato per formare il futuro governo. E sembra che certi omosessuali stiano lì, come Don Falcuccio, in attesa che qualche poltrona, magari rosa con strass, non ci scappi anche per la martire russa più videointervistata del terzo millennio. Punto.

Ora, torniamo ad occuparci di cose serie.

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